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DI

VITTORIO

ALFIERI

TOMO VI.

PISA

PRESSO NICCOLÒ CAPURRO

co'caratteri di f. didot

MDCCCXIX.

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1

BRUTO SECONDO

TRAGEDIA

AL POPOLO ITALIANO

FUTURO

Da voi, o generosi e liberi Italiani, spero che mi verrà perdonato l'oltraggio che io stava innocentemente facendo ai vostri avi, o bisavi, nell'attentarmi di presentar loro due Bruti; tragedie, nelle quali, invece di donne, interlocutore e attore, fra molti altissimi personaggi, era il popolo.

e intel

Ben sento anch'io, quanto era grave l'offesa, di attribuire e lingua, e mano, letto, a chi (per essersi interamente scordato d'aver avuto questi tre doni dalla natura) credeva impossibile quasi, che altri fosse per riacquistarli giammai.

R

Ma, se le mie parole esser den seme,

« Che frutti onore a chi da morte io desto;

io mi lusingo che da voi mi sarà forse retribuita giustizia, e non scevra di qualche laude. Così pure ho certezza, che se dai vostri bisavi mi veniva di ciò dato biasimo, non potea egli però essere scevro del tutto di stima: perchè tutti non poteano mai odiare o sprezzare colui, che nessuno individuo odiava ; e che manifestamente sforzava si (per quanto era in lui) di giovare a tutti, od ai più.

Parigi, 17 Gennajo, 1789.

VITTORIO ALFIERI.

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