Per ardentem sine fraude Troiam. Nella iv. 1. 4 accennò parimente la troiana coorte, quae cremato fortis ab Ilio . . . sacra, natusque . pertulit ausonias ad urbes, che uscì illesa, sine fraude, in mezzo alle fiamme. L'interpetrar sine fraude nel senso propio, rammentando la frode apposta ad Enea, d' aver cioè tradita la patria, è un'inettissima idea di parecchi comentatori. Egli è qui da intendersi nè più nè meno che nell' od. 19 l. 2. Castus Aeneas ... daturus plura relictis. Come incestus val quanto impius ( incesto addidit integrum, od. 2 1. 3); così castus val qui quanto pius. Ed è ben vero che l'inceste castus (*) amante di Didone era per dare plura relictis. La quam maxima Roma, che dovea sorgere, era a riscontro di Troia ελέφας εις μυιαν. Quique vos bobus veneratur albis etc. Queste tre strofette contengono le lodi d' Augusto. N' esaltan esse la pietà verso gli Dei; la chiarezza del sangue, almae progeniem Veneris ; il valore e la clemenza, onde sapea parcere subiectis, et debellare superbos; le vittorie e per mare e per terra riportate; la saggezza nel governo politico, restituendo la pace all' Impero, e facendo rifiorire le antiche virtù romane, l'abbondanza el commercio. Così fatto elogio abbraccia certamente quanto di più grande possa dirsi d'un Principe, e le lodi n' epiloga già dategli altrove, e particolarmente nella v. e xv. del 1. 4 e ne' primi celebratissimi versi dell'epist. 1. 1. 2. Res italas armis tuteris, moribus ornes, Legibus emendes. (*) Lucr. 1. I v. 99. Si Palatinas videt aequus arces. Avendo Augusto magnificamente decorato il Palatino con edifizi ed opere maravigliose, i poeti dell' età sua quella regione appunto, quasi per un' antonomasia di Roma, talvolta indicavano. Così invocati sono da Virgilio: Di patrii indigetes, et Romule, Vestaque mater, Quae Tuscum Tiberim et Romana Palatia servas. (Georg. 1. 1. v. 497 seg.) Evvi inoltre che Ottaviano dedicato avea su quel colle un nobilissimo tempio ad Apolline, al quale una copiosissima e scelta biblioteca avea annesso. Alterum in lustrum. Sfigurato il centenario periodo, per secondar il volere dell' Imperadore, come testè si è detto, par che il poeta espressamente guardisi di usar la voce seculum altro che per via di perifrasi. Orbis undenos decies per annos è adoperato per indicare il giro di 22 lustri ; alterum lustrum et melius aevum ora adopera per indicare il rinnovamento del vegnente periodo, e in questa guisa schiva di alterar l'idea del secolo su lo strano calendario sibillino, che l' avea ridotto a 110 anni. Haec Iovem sentire, Deosque cunctos. Traspare qui una specie di formola, da chiuder le preci nel bellissimo Inno contenute, che solo basterebbe a render ORAZIO immortale. Donec gratus eram tibi. . III. Eheu fugaces Postume 220 224 42 308 V. XVII. 326 Est mihi nonum superantis Extremum Tanain si bibe- Faune, Nympharum fugien- tum amator... Festo quid potius die.. o plebs. . III. Horrida tempestas caelum contraxit et imbres ... V. XIII. Iam iam efficaci do manus scientiae |