Magnificae formae opponitur tumida, quae quandoque el frigida est, atque in eam incidunt scriptores, qui de planis rebus tragoediam excitant. Tum si sententias concipiant nimis hyperbolicas; ad haec si vocibus novis utantur, aut factis dithyrambico more; si metaphoras duras proiiciant: postremo si nimium in numero laborent, ut versus fundere videantur. Forma humilis est, quae demittat orationem,usque ad constantissimam puri sermonis consuetudinem. Locum obtinet in rebus privatis. Sententiae erunt naturales; verba usilatu, sed cum delectu adhibita ; ita ut etiam sint elegantia; compositio neque longas verborum circumductiones, neque numerum quodammodo factum admittit. Tenui formae opponitur arida, sicca, ieiuna. Eo vitio laborant, qui res magnas ad parvos modulos conformant, vel sententiis minus exprimunt, quam res postulant; si verba infra rerum dignitatem usurpent; si compositione nimis commalica utantur. Temperala, seu mediocris dicendi formula est, quae ex utraque fit particeps. Locum habet in rebus amoenis ac floridis. Sectatur sententias, quae magis ornamenti, quam gravitatis praeseferant; omnes verborum concinnitates, et sententiarum figuras, quae delectent compositionem, el numerum omnium maxime concinnum. Opposita huic formae est fluctuans, et dissoluta, qua quis dum aridam fugit characterem, nimis adsurgit; aut dum inflatum, et tumidum vitat, serpil humi. Forma magnifica locum habet in maioribus contentionibus; temperata in panegiricis, caeterisque laudationibus; humilis in privatis narrationi bus, epistolis, ac dialogis. Alla magnifica forma si oppone la turgida, la quale spesso diventa fredda. E di questa peccano gli scrittori che per bagattelle fanno, come suol dirsi, tragedie e quando immaginano concetti iperbolici oltre misura, e usano vocaboli nuovi e fatti al conio ditirambico, e buttan fuori metafore dure, e nel numero tanta cura pongono, che sembrano pronunciar de' versi. La forma umile, abbassa l'orazione all'uso costante del puro sermon familiare, senza mai sollevarnela. Ha luogo nelle cose private. Le sentenze o concetti sieno schietti e naturali: le parole usitate sì, ma scelte, onde vi si paia l'eleganza. La composizione non ammette lunghi circuiti di parole, nè un numero che senta di artifizio. A questa tenue forma si oppone l'arida, secca, digiuna. Nel qual vizio cadono coloro, che le grandi cose disegnano su piccioli moduli, o colle sentenze meno esprimono che le cose addimandino, o,usano parole inferiori alla dignità delle cose, o piaccionsi di una composizione tagliuzzata e tutta incisi. La forma temperata o mediocre partecipa delle due testè descritte. Ha luogo nelle cose amene e floride. Ama le sentenze ornate e belle, più che le gravi: cerca tutti i vezzi di parole, tutte le figure di sentenze che più dilettano, una composizione è un numero della massima grazia e piacevolezza. ין Le si oppone quello stil fluttuante, e in se stesso discorde, il qual mentre fugge l' aridità, monta tropp' alto; e quando s'allontana dalla gonfiezza si striscia per terra. La magnifica forma sta bene nelle maggiori contenzioni. La temperata nei panegirici, ed in altre lodi. L'umile nelle private narrazioni ed epistole e diaJoghi. DE PRONUNCIATIONE, ET MEMORIA. De memoria non est ut praecepta tradamus; ea enim ingenita virtus est, quae usu conservatur, et adaugetur. Actio autem, quae est quaedam corporis eloquentia, etsi tantum ad bene dicendum conferat, ut Demosthenes in primas detulerit, natura magis, et imitatione, quam ullis praeceptis constat. FINIS. DELLA PRONUNZIAZIONE E DELLA MEMORIA. Di memoria è inutile dar precetti; poich' ella è virtù innata che coll'uso si conserva ed accresce. L'azione, che può in certo modo chiamarsi l' eloquenza del corpo, sebbene tanto giovi al dir bene, che Demostene le diè il primo luogo, la ci viene dalla natura e dalla imitazione, piuttosto che per via di precetti s'impari. FINE. INDICE Ragionamento I. D'intorno alla Legge delle XII. Tavole venuta da fuori in Roma pag. II. D'intorno alla Legge Regia di Triboniano . 1 Delle figure di parole e prima di quelle che consistono nell'eccesso, o nel difetto Delle figure di ripetizione Delle figure di parole per collocazione Delle figure di parole per varia desinenza Delle figure di parole per simiglianza di suono Delle figure di parole armoniche Delle figure di sentenze per la disposizione Delle figure di sentenze per commuovere gli animi, o delle faci dell' eloquenza » 119 » 120 Della Composizione » 124 Della Giuntura » 125 Del Periodo. Del Numero Delle forme del dire Della pronunziazione e della memoria n ivi » 126 >> 127 131 » 132 INDICE GENERALE DI TUTTE LE OPERE DI VICO CONTENUTE IN QUESTI SETTE VOLUMI VOLUME I. AUTOBIOGRAFIA; DELLA ANTICHISSIMA SAPIENZA DEGL' ITALIANI; DEL MODO DI STUDIARE AI NOSTRI DÌ; ORAZIONI ACCADEMICHE. Versione italiana col testo latino a piè di pagina di Francesco Sav. Pomodoro. VOL. II. DELL'UNICO PRINCIPIO ED UNICO FINE DEL DIRITTO UNIVERSALE. Versione italiana col testo a piè di pagina di Francesco Sav. Pomodoro. VOL. III. DELLA COSTANZA DEL GIURISPRUDENTE. Versione italiana col testo latino a piè di pagina di Francesco Sav. Pomodoro. VOL. IV. PRIMA SCIENZA NUOVA-DE REBUS GESTIS ANTONII CARAPHAEL. SECONDA SCIENZA NUOVA. VOL. V. VOL. VI. OPUSCOLI, ordinati da G. Ferrari. VOL. VII. SCRITTI INEDITI cioè Ragionamento primo d'intorno alla Legge delle XII. Tavole venuta da fuori in Roma. Ragionamento secondo d'intorno alla Legge Regia di Triboniano.) INSTITUZIONI ORATORIE Con la traduzione italiana a piè di pagin |