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adornarono, mi studierò almeno farlavi vedere in profilo, attenendomi a quella lode che, quantunque propria del sesso, però come seme i frutti, così contiene i maggiori beni delle republiche e degli Stati, qual ella è di virtuosamente educar le famiglie; e vi esporrò in comparsa, come di fuga, Anna Maria Aspermont Althann feconda, saggia e felice madre di chiarissimi eroi.

E sul principio la chiarezza del sangue onde Anna Maria era uscita, il qual da Fiandra, qual da sacro fonte, attraversando Germania, andò a porre altro capo in Boemia, è tanto illustre e così conta ad ognuno, che la famiglia Aspermonte, semplice e schietta, senza fregi ed ornamenti, si fa distinguere tra le prime nobili Case di Europa: e poi sono in grado tanto eminente le lodi proprie di questa gran Donna, che chi è vago di ammirarla per le sue personali virtù, tal sarebbe trattenerlo in contemplare l'antichità e splendore della di lei nobilissima origine, come ad uomo che, mentre ami dilettarsi di mirare una statua nella quale l'arte maestra, emendati i difetti della natura volgare, la insegnasse a meglio formare i suoi parti, altri il divertisse ad osservare l'oro saldo finissimo, del quale il meravigliosamente disegnato getto si rilevò. E poichè m'avveggio che i vostri desiderj anelano a veder costei, quale la fama da per tutto gridolla, per educazion di figlioli inclita e rara Donna del nostro mondo, io mi asterrò ancora lodar di lei le singolari doti, delle quali or nolla una largamente benigna natura, perchè in mezzo quinci a quattro generosi fratelli e quindi otto sorelle gentili, come in mezzo a tante mattutine e tenerelle rose ed altretanti freschi e rigogliosi gigli ella tenesse il pregio di più bel fiore, tra per bellezza che vestiva il delicato corpo, e per grazie che animavano la bellezza, e per ingegno che vive, per memoria che pronte, e per avvedimento che accorte, discrete e convenienti facean le grazie: le quali cose tutte son volgarmente credute far bella e leggiadra la virtù agli occhi del corpo;ma perchè dell'occhio della mente il proprio sole è la verità, la propria luce è l'onestà,il proprio giorno è la saviezza, nel qual giorno, nel qual sole, nella qual luce gli spiriti vedono sopra le sue eterne idee la guida e l'accordamento de' colori immortali che fanno il bello della virtù, tanto egli sarebbe sporvi questi pregi caduchi, tutti divisi e soli dal valor vero, quanto che io o sciocco o importuno vi dassi a vedere ameni siti di luoghi e deliziose praterie al bujo di tenebrosissima notte. Altri poi logorino il tempo delle dicerie in adornar di lodi l'educazion de' subietti lodevoli, de' quali per avventura stata ella sia o privata la virtù, o'l merito mediocre, e trattenghino gli uditori su gli abbozzi, perchè dalle imperfezioni essi traggan diletto di vederli sopra i loro disegni a compimento condotti.Oltrechè egli sarebbe qui certamente abusare della vostra aspettazione dimorando io nelle lodi dell'educazione d'Anna Maria fanciulla, le quali sono in buona e gran parte di altrui, cioè lodi de' suoi parenti, ove l'argomento proprio a esporsi or da noi è l'educazione di Anna Maria fatta madre; la quale per pietà e religione, per diligenza ed industria, per moderazione e giustizia, per fortezza e

sapienza, e finalmente sopra tutto per una costanza invitta incontro il genio del secolo, che sembra non d'altro dilettarsi che di corrompere e d'esser corrotte le buone e belle indoli della gioventù, ella è a maraviglia ricca di lodi non solo proprie di lei, ma affatto nel mondo singolari. Ma, quantunque di nulla ornate, pur conferiscano al nostro argomento l'antica chiarezza dell' origine, per quanto la virtù nobile per i lunghi continovati esercizj di tanti avoli fatta abito e quasi natura della famiglia la facesse da molti Principi ambire madre di generosissima prole,la bellezza del corpo e'l sano vigor dell'età-che co' buoni sughi le rilevava e ritondava le bianche e delicate membra, e col buono spiritoso sangue le inaffiava la vera soavità del colore-la facesse sospirar madre di bellissima prole, e finalmente le certe speranze fiorite di una pia, saggia e dolcemente austera educazione gliene facesse desiderare il frutto d'una valorosissima prole. E noi oltrepassando tutto il tempo ch'era già scorso fin dal di ben avventuroso che la contessa Anna Maria uscita dal nobilissimo coro delle damigelle dell'Augustissima Imperatrice Eleonora, e menata in moglie dall' Eccellentissimo Michele Venceslao conte d'Althann, consigliere intimo di S.M.C. e chiarissimo per isperimentato valor di consiglio nelle cariche di ambasciadore alle Maestà di Polonia e di Svezia, e di tanto marito a capo d'anni con felice fecondità fatta madre con d'intorno una ben numerosa famiglia di sedici figlioli tra maschi e femine, onde poi queste per parentadi, quelli per comandi d' armi e per impieghi di lettere o innestarono o fruttarono al nobilissimo nome Althann titoli eccellentissimi di cariche, Tosoni d' oro, Altezze ed Eminenze, in mezzo a cotanto illustre spessa corona si vide e udissi o ripartir loro massime ed esempli di eroica virtù secondo la differenza de'sessi, o confondergliele per la natura ad entrambi i sessi comune. Ella primieramente loro sovente diceva che ogni qualunque obligo di cristiana pietà, quantunque menomo,debba di gran lunga anteporsi a'doveri più seriosi della civiltà, e gravemente approvava loro il detto coi fatti, poichè ella, finchè visse, non intralasciò giammai le stabilite ore, altre destinate a porger prieghi al nostro sommo Signore Iddio, altre nella lezione di vite di Santi, altre nella meditazione delle cose sublimi ed eterne, e particolarmente nella Vita di Gesù Cristo ad imitar proposta dal pio gran Cancellier di Parigi: ben avvisata la saggia Donna che la vita di quel DioUomo, la quale senza forza d'armi, senza arguzie di filosofi, con la degna sublimità de' dogmi d'intorno alle cose divine, e con la somma equità de'precetti d'intorno le cose umane, insinuò la religion cristiana dentro le due nazioni, una la più dotta, l'altra la più potente di tutti i tempi a noi conosciuti - tra' Greci, dico, e Romani-l'imitazion di quella stessa insegnata efficacemente nelle famiglie può e deve unicamente conservare le cristiane republiche che sono sopra la cristiana religione fondate; massima in vero, se per tutte le cristiane genti utilissima, per li regni e Stati ereditarj dell'Augustissima Casa d'Austria, non che utile, affatto necessaria, i quali sono gli argini della Cristianità, dove l' Otto

mana Potenza rompa l'orgoglio di stendere la tirannide dell' Alcorano più oltre nelle parti dell' Occidente. Era ella grandemente innamorata dell' ordine, sovente quel sacro motto ripetendo - che le cose ordinate sono da Dio-il quale, perchè ordine eterno, è l'infinita bellezza, la quale per intendere della mente a somiglianza di quella del corpo, ella ivi spicca e risalta ove le membra sono bene allogale ne'luoghi loro e con giusta simmetria ben si corrispondon tra sè e ben s'intendono tutte insieme nel tutto. Talchè la principal sua cura era che nella sua corte tutti si contenessero dentro i loro doveri, i figlioli e le figliole serbassero tra sè que' rispetti che da essi a vicenda richiedevano ed il sesso, e, in ciascun sesso, l'età. Diceva pur con l' Apostolo che essa doveva essere riscattatrice del tempo, il quale, prezioso più che l'oro e le gemme, si vendeva da altri a vilissimo prezzo di ozio, il quale, perchè non fa nulla, val quanto il nulla. Onde quanto parca nel vitto, tanto frugale del sonno, così tardi si rendeva al riposo del letto, come di buon mattino si levava per esercitare men osservati i rigori della pietà, mentre la sua prole e la sua corte dormivano, perchè quindi col suo esemplo o tardi li lasciassero o presti si ricevessero a'travagli del giorno; i figlioli ad apprendere le arti nobili, le figliole i gentili donneschi lavori; alle quali ella con le sue damigelle sedendo in mezzo consolava la pena dell'imparare o co'forti o co'saggi (e gli uni e gli altri luminosi) racconti di detti o fatti di valorosissime donne. Ma io deggio inoltrarmi in parte della sua grande ed ammirabil virtù, cotanto in alto sopra i miei pensieri riposta che io dispero affatto poterla aggiungere, avendo io a ragionare di una pratica di morale, su la quale ella formò tutta la sua vita di valorosissima madre; che coloro i quali insegnan costumi, diceva ella, debbiano mostrar con la mano ciò che insegnano con la lingua. Vengano ora a pelto di questa filosofia i Savj di Grecia, i quali o dentro i deliziosi orticelli degli Epicuri, o per le spaziose e magnifiche logge de' Zenoni dipinte da'divini pennelli,o per li lunghi e verdeggianti viali delle Academie piantati di vaghi ed ombrosi platani, e proveduti a dovizia di tutti i comodi umani, nè nauseati nè afflitti o da mogli che infantano, o da figlioli che ne'morbi languiscono, con tumor di parole o con arguzie d'argomenti ragionano dell'imperio della virtù sopra il pazzo regno della fortuna; a cui per giugnere, insegnano o pratiche di vita impossibili alla condizione umana, e con gli Stoici disumanarsi e non sentir passione alcuna; o pericolose con gli Epicurei, da sette di filosofi a divenire brutte mandre di porci, regolando i doveri della vita col piacere de'sensi; o dar leggi e fondar republiche nel riposo ed all'ombra, che non ebbero altrove luogo che nelle menti degli eruditi - vengano ora ad udire, (che dissi, udire?) vengan pur a vedere questa gran madre insegnare egualmente i suoi figlioli d' entrambi i sessi che avvertissero e riflettessero nelle pratiche della vita civile ch'ella menava; ed aveva ben onde fosse osservata non solamente da' suoi figlioli, ma ammirata ed imitata dalle sue pari. Rigorosa e severa circa le leggi de' Cesari sopra di sè; benigna

e clemente circa le leggi sue sopra de suoi vassalli, ripartiva verso i superiori un generoso rispetto, verso gli eguali una signoril libertà, ed un contegno cortese verso i soggetti; attenta a' complimenti dettati da ragione di umanità, non da capriccio di alcun piacere; efficace nelle protezioni del merito virtuoso,non o di brutta utilità, o d'indegnità dilettevole; forte in difendere dall'altrui strapotenza gli oppressi, la cui giustizia facea suo punto,non già 'l suo punto la lor giustizia; raccolta ne'pensieri, circospetta nelle parole, moderata nell' azioni, vergognosa in udire le lodi sue,increscevole d'intrattenersi alle detrazioni di altrui, delicatissima. nell'emendare i difetti de'suoi,e sempre facendo sembiante o di compatire o di scusare, o di fare ogni altra cosa fuor che riprendere; semplice negli abiti, particolarmente vedova; liberale, non prodiga; dicendo spesso buttarsi bruttamente ciò che possa esser buono ad altr'uso: la qual parsimonia le nudriva la facoltà d' essere quanto tarda e considerata nelle promesse, tanto esatta e religiosa in adempierle; dicendo pure, doversi necessariamente una delle due praticar nella vita, o attendere, o non promettere; e di essere altresì cotanto liberale, quanto la fu, co' bisognosi, come orfane, pupilli, vedove, e sopra tutto co' poveri che languiscon nelle prigioni. Tanto la contessa Anna Maria era osservante de' doveri più commendati in un certo modo, che comandati dalla giustizia distributiva, la qual pur confina con la generosità e con la grandezza dell' animo; or degli oblighi senza indulgenza alcuna ingiunti dalla commutativa, come ella fosse stata severa esattrice con seco stessa, quanto egli resta ad imaginare! Ella non altro imprimeva, non altro iscolpiva negli animi teneri de' suoi parti, che quella massima di vita socievole, sparsa del più vivo lume della naturale ragione: Ciò che non vuoi per te, non devi fare ad altrui. - Ma perchè io non sembri riprendere i costumi de' Grandi, quando sono le mie parti lodarne solamente la rara virtù, ridirò, quali appuntino ci sono state dalla fama rapportate di Praga le sue parole, quando non con aria di severa censura, ma deplorando il dissoluto lusso del secolo, diceva alle volte: Con qual coscienza vanno a dormire, o si appressano a'santi Sagramenti quegli annegati ne'debiti che essi han contratti per ispese non necessarie di greggi, di cavalli e di cortigiani, di livree e di cocchi carichi d'oro, di pranzi e cene prodigalissime, che potendo non pagano, non potendo scherniscono? ma non ingannano Iddio! - Sopra sì robuste massime esempli cotanto risentiti dovevano essere come sopra incavature eterne altissimi impronti, onde gli animi teneri de'garzonetti Althanni da Anna Maria loro a maraviglia forte e saggia madre s' informassero delle civili. Vediamo or come dalla medesima si composero alle virtù militari. Ella la saggia madre sopra i pranzi e le cene, quando le fantasie de' generosi giovinetti erano irrorate da novelli spiriti, e per ciò più facili ad accendersi di gloria alle imagini delle battaglie, delle rotte, delle vittorie - perchè gli esempli domestici movono più che gli strani, e le Case Aspermont ed Althann ne avevano entrambe di grande rinomea doviziosissima co

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pia - ella raccontava loro le chiare imprese de'lor maggiori, e gli accendeva per la dura e travagliosa strada di Marte ad imitarle, a gareggiarle, a superarle. Adunque egli fu sempre vero che le nazioni le quali osservano santamente dentro la religione e le leggi, risplendon fuori in guerra con le vittorie dell'armi; e dove in casa ben s'insegnano con la famigliare disciplina le civili virtù, ivi le repubbliche e gli Stati fioriscon di fortissimi e sapientissimi cittadini. La virtuosa educazione della contessa Anna Maria contribuì di valorosissimi personaggi all' Imperio di Germania che coloro consigli e pericoli servissero alla fortuna ed alla gloria di ben tre Cesari, di Lepoldo, di Giuseppe e di Carlo, in tanti gravissimi affari di pace e di guerra, se mai altre volte dubbj, aspri e ritrosi, più di tutti certamente nella guerra della successione della Monarchia Spagnuola. La quale per matrimonj e retaggi, e per la felice audacia de' Colombi, uscita da'suoi confini oltre mare e i Pirenei, in una insolita forma per tutti i secoli scorsi innanzi non mai veduta - ne'quali gl'imperj si distesero sempre per continovi di confine in confine e non interrotti progressi ella per salti si sparse in tanti reami e province d' isole e continenti di Europa, con fortezze nell'Africa, con regioni nell' Asia ed oltra l'Oceano, creduto prima il termine eterno posto dalla natura all' ambizione delle conquiste, poi dalla Spagnuola fortuna finalmente rotto e varcato, in una immensa parte d' America, ed un gran numero d'isole dell'Indie nell'Oriente; talchè diede apparenti motivi a taluni ingegni di dotti uomini d'adularla eguale all' Imperio Romano nel maggior di lui splendore e grandezza sotto gli Augusti. Ma per la sua novella ed in tante, sì grandi e sì lontane province distratta forma, dovutasi governare con nuove massime, e per una necessaria dissimulazion de'Monarchi,che amaron meglio reggerla dal gabinetto,divenuta in fatti governo di Grandi, andò a dividere tra essi gl'inesausti tesori che colavano nel suo erario; e servendo a tanta loro grandezza crudeli destini che falciarono sempre i bei rampolli del ceppo regnante, il vasto Imperio presso a cencinquant'anni tramandato di solo in solo, venne finalmente nella morte di Carlo II a restare senza re e senza forze; nel tempo istesso che la Francia confinante alla Spagna e alla Fiandra e imminente all'Italia, per li felici progressi della sua armata fortuna, a cui se non ispianava, almeno non barrava il violento rapido corso la libertà degli altri Stati d' Europa, indifferente spettatrice delle conquiste che per lo corso di cinquanta e più anni di guerra ella avea riportato dagli Spagnuoli, e ne aveva quasi della terza parte accresciuto il fiorentissimo suo reame. Onde Lodovico XIV, pieno di sì lunga e grande felicità, finalmente per portare il nome Borbone sopra il trono di Spagna, non per ingrandir più la Francia sopra le membra sparte della Monarchia Spagnuola divisa, mandò il duca d'Angiò Filippo, secondogenito suo nipote, a porsi in possesso dei Regni nella lor capitale. Quindi temendo l' Inghilterra alla sua libertà di religione ed al suo arbitrio delle paci e delle guerre d'Europa - a cui spesso mostrava Lodovico dal suo vicino Calès Giacomo figliolo del di

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