Un' ape m'ha trafitta. Tirs. Un' ape! Aspetta. (1) Raddolcirà. Dove ti punse? (2) Nic. Ah vedi Com' enfiata è la mano. Tirs. A me la porgi, Ha virtù questa fronda. (3) Nic. Ah non è vero : Nic. Che mormori, che fai? Tirs. Pronuncio arcani, Su l'offesa tua man. Confessa, o Nice, Che cessato è il dolor. Mel nieghi in vano. Nic. Ne sento ancor. Tirs. Replicherò l' arcano (5) Di quel che ti credei, più dotto assai. quanto saprai ! Nic. Ma tu donde imparasti? Tir. In sì gran scuola, Da precettor sì destro, Che, discepolo appena, io fui maestro. Nsc. All' acquisto d' un' arte sì bella ; Tirs. Se verace è la brama, Cbe mostri di sapere, ad erudirti Io basto solo. Nic. Impaziente, o Tirsi, (1) Corre ad una pianta. (2) Tornando a Nice. Che tai punture a medicar son atti. Tirs. Sì. Ma un premio vogl' io; facciansi i patti. Perchè vediam così? Nic. E ben; per tua mercede Quella di scolto bosso Contesa tazza avrai, che al corso io vinsi In paragon di Clori, Che d' invidia ne pianse. Tir. No; bramo, o Nice, altra mercè. Nic.Vorresti Un garrulo, che or ora io colsi al laccio, Vaghissimo usignuolo? ( solo. Tirs. Voglio il tuo cor. Nic.Già l'hai. Tirs.Lo voglio Nic. Chi tel contrasta? Tirs. Ah quell' Alceste... Nic. Il giuro: Non l'amo. Tirs.Ma l'ascolti. Nic. Ei parla invano. Tirs. Ma non si stanca; ei dunque spera. Ah Nice, Senza qualche alimento La speranza non vive; e vuol che viva Chi la nutrisce. Nic. E all' amor tuo che nuoce Ma tu il vuoi, si farà. Tirs. Tanto ti costa Nic. Volentier non si scema il proprio impero. Di regnare ambisco anch' io: Non ti muova, o Tirsi, a sdegno ; Se per te mi parla amor. Sara pago il tuo deslo: Tirs. Oh adorabil candore! Al par del volto Dalla tua compiacenza. Nic. Or quei mi svela. Che han medica virtù. Tirs. Son pronto. Il nome Dei pronunciar su la ferita : e tanto Premerla con le labbra Quanto dura il dolor. Nic. Si? Va'. Non sono Tirs. E tu puoi dubitar... Nic. Basta. I miei fiori Tirs. O questo no. Permetti (2) Ch' io mi esponga per te. Ma dimmi intanto... Nic. Spedisciti. Abbastanza Alle tue fole ho dato orecchio. Tirs. O Dio! (3) Nic. Quai grida! Tirs. Oimè! Nic. Che fu? Tirs. Son punto anch' io. (4) Nic. Da un' ape? Tirs. Ah sì. Nic. Ne son pur lieta. Aspetta: (5) Dell' arcano il valore A prova or si vedrà. Tirs. (M' assisti, Amore.) (6). Nic. Ecco il dittamo. (7) Tirs. Ah senza Gli arcani accenti ei nulla giova. Nic. E quale Tirs. Il labbro inferior. Nic. La man rimovi : Tua medica io sarò. Tirs. Vedi. (8) Nic. Non posso La ferita scoprir. Meglio dal volto (1) Vuol andare a raccoglier fiori. (2) Trattenendola va in vece di lei. 3) Gridando. (4) Finge d'esser punto. (5) Va aldittamo, e ne raccoglie una fronda. (6) Si copre le labbra con la mano. (7) Torna Tairsi. (8) Seostando pochissimo la mano dal volto. Tomo IV. 12 Scosta la mano... (1) Ah, mentitor. Di nuovo Tirs. Nic. Tirs. a 2 Nic. Tirs. Non t'inganno, io son ferito: Idol mio, siam dunque in pace? Ni. Ah la mia ritrovo, o caro, Nic. Olà: più saggio, o Tirsi, Se pace vuoi. Non rammentar l'inganno, Tirs. Nic. Tirs. Nic. a 2 Non t'inganno, io son ferito : Tu dovresti esser punito: E, se il fallo io ti perdono, Idol mio, siam dunque in pace ? Ni. Ah la mia ritrovo, o caro, Nella tua felicità. (1) Nice prendendo la mano, e rimovendola dal volto di Tirsi s'avvede che non v'è puntura alcuna. uesto è quel ch' io bramava : un poderetto, Qu Che un orto avesse, un po' di selva, un rio, Altro or non manca al mio piacer verace Ah, Sai che la roba io non accrebbi ; e sai Hor erat in votis: modus agri non ita magnus, |