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Italy
Per.

L'Elenco dei Collaboratori sarà pubblicato in un Fascicolo prossimo. Intanto possiamo annunziare che hanno prestata adesione a questo Giornale i più insigni Giureconsulti, Pubblicisti e Causidici di Firenze, varii Professori delle Università di Pisa e di Siena: molti valenti scrittori della Toscana e di altre parti d'Italia fra i quali i Sigg. GIOVANETTI di Novara, SCLOPIS di Torino, SALESI di Brescia e GIULIANI di Macerata e fra gli Esteri basterà rammentare il Sig. MITTERMAIER.

Rec. April 12, 1905,

LA TEMI - Fascicolo 1.

Novembre 1847.

II DIRETTORE ai Collaboratori ed agli Associati

Allorquando fui incoraggito dagli amatori delle scienze giuridiche, a

profittare della concessione già ottenuta, pubblicando un Periodico di giurisprudenza intitolato la TEMI ; io deliberai di aprire le colonne di questa pubblicazione a tutti coloro, che per forza d'ingegno, e per guida di pratiche, potevano dare al pubblico utili testimonianze della loro dottrina e buona volontà.

Lo dissi nel Manifesto che pubblicai il 1 Luglio 1847: ove appoggiandomi al concorso di valenti Giureconsulti toscani ed esteri, invitai senza predilezione, e senza monopolio, a collaborare per la Temi tutti i Professori e Cultori delle scienze giuridiche; ed invitai parimente quei Pratici illuminati, che per impiego, o per libera professione, avevano tratto dalla esperienza il vantaggio di saper crilicare il presente, e soccorrere all' avvenire.

Veramente devo tenermi onorato, perchè molti insigni Giureconsulti del mio paese, e della comune patria l'Italia, ed alcuni anche rinomatissimi di estrania terra, hanno risposto con quella cortesia che distingue il vero merito, e che dimostra un attivo amore delle sociali discipline. Nè devo temere che sia per mancarmi affatto la cooperazione, ed il favore di molti rispettabili Magistrati, e di alcuni Professori e Persone di curia, che mentre dichiaravano di secondare umanamente la mia intrapresa, hanno bramato di non vincolarsi col nome di Collaboratori non per altro che per officiosi riguardi, o per modestia, ed anche perchè aggravati da occupazioni incessanti, temevano che potesse restar loro poca comodità di scrivere frequentemente articoli periodici.

Frattanto ho rilevato, che a molti pareva gradito vedere un primo fascicolo di questo Giornale; per l'oggetto di regolarsi e conformarsi al sistema del medesimo.

Perciò, traendo conforto dalle cure che (almeno in questi primi tentativi) non ha ricusato di assumere l'amico e Collega Avv. PANATTONI elettomi Consultore fiduciario per la redazione del Giornale medesimo; mi accingo a pubblicare questo fascicolo, ora che appunto giunge l'epoca stabilita nel mio Manifesto.

Comprenderà il Pubblico che nel prendere necessariamente il titolo di Direttore del Giornale, che andava ad appartenermi per concessione superiore, non ho inteso di crearmi un mezzo ambizioso per mettere in luce i lavori della mia penna, o per circondarmi di dependenti, e moltomeno per sostenere un sistema di opinioni esclusive. Io intesi, ed intendo, principalmente dirigere la fondazione e conservazione di un Periodico, che porga occasione ai più valenti di liberamente contribuire, anche con una dotta polemica, ai vantaggi della Scienza giuridica e delle Pratiche forensi. E se mi guarderò dal restare affatto inoperoso, non per questo cesserò mai dal bramare, che la TEMI sia sostenuta in special modo dalle persone più abili, e più reputate nelle Università e nelle Curie d'Italia, o al di fuori.

Anzi potrei forse augurare alla Temi anche l'amichevole concorso di taluno tra quei Dotti, che esercitano il loro genio e sapere nello scrivere per i Giornali politici. Mentre senza scemare una linea di ciò, che essi apprestano per mantenere utile, vivace e ricercatissima la stampa quotidiana; potrebbero dar luogo nel presente Periodico a quei lavori più gravi e più estesi, ove fa d'uopo esaurire questioni che in poche linee riesce appena di proporre o di sbozzare.

Espressi nel mio Manifesto, che in questo Giornale potevano trattarsi e comprendersi tutte le diramazioni teorico-pratiche della Giurisprudenza, e della Scienza della Legislazione; e che esso doveva servire ai buoni studii, alle migliori dottrine,

ed agli esercizii ed ornamenti i più utili del diritto. Nè dissimulai che nel momento attuale possono farsi molti lavori brillanti, e diversi articoli opportunissimi per contribuire ai perfezionamenti legislativi, ed alle riforme forensi, che si vanno elaborando ovunque e specialmente in Toscana.

Fin d'ora comincio dal pubblicare scritti analoghi a codesto intuito. E vi unisco, anche per cura dei miei Collaboratori, una quantità di notizie utili al Foro, ed una rivista di Opere e di Decisioni toscane ed estere, che riusciranno utili all' esercizio dei Giudici e dei Legali; ed anzi intendo d'ora in poi pubblicare un bullettino mensuale della più fresca Giurisprudenza.

Il saggio, che offre questo primo fascicolo, non potrà degradare di pregio; mentre spero trovarmi sempre più favorito coll'invio di molti lavori, i quali non cesseranno di essere graditi e interessanti anche quando siano brevi. So che i miei Collaboratori sono quasi tutti devoluti ad altre occupazioni; e quindi non esigo che si disagino redigendo articoli soverchiamente laboriosi. Ma appunto perchè essi hanno il pregio di congiungere alla dottrina il tatto pratico, parmi che riuscirà loro facilissimo di arricchire la Temi con utili riflessioni e notizie, anche quando non si diffondano in ampie e complicate trattazioni.

Specialmente bramerei potere raccogliere materiali che riuscissero al miglioramento delle leggi ed istituzioni del mio paese, e di tutta l'Italia.

Parmi anche che uno studio comparato dei Codici, delle Riforme, e delle Pratiche, potrebbe facilitare agli stati ed ai popoli della Penisola, il modo d'intendersi nei loro diritti e nei loro interessi.

Nè credo che alcuno possa adontarsi, o insospettirsi dell'andamento che vor

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