Vera idea della tragedia di Vittorio Alfieri: o sia, La dissertazione critica sulla tragedia di Vittorio Alfieri, Volume 2

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Page 186 - Samuel, già vero Padre mio, tu l'imponi? ecco, mi atterro Al tuo sovran comando. A questo capo Già di tua man tu la corona hai cinta; Tu il fregiasti; ogni fregio or tu gli spoglia; Calcalo or tu. Ma... la infuocata spada D'Iddio tremenda, che già già mi veggo Pender sul ciglio..., o tu che il puoi, la svolgi Non da me, no, ma da
Page 168 - A parte ? me ? — Che vincere ? che spirto ?.. . . Piangete tutti. Oggi , la quercia antica, Dove spandea già rami alteri all'aura, Innalzerà sue squallide radici. Tutto è pianto, e tempesta, e sangue, e morte : I vestimenti squarcinsi ; le chiome Di cener vil si aspergano.
Page 245 - Et m'unir aux forfaits par les nœuds les plus saints. Ah! si j'ai quelques droits, s'il est vrai qu'il les crai[gne, Dans ce sang malheureux que sa main les éteigne ; Qu'il achève, à vos yeux, de déchirer mon sein : Et, si ce n'est assez, prêtez-lui votre main. Frappez; Joignez Electre à son malheureux frère. Frappez, dis-je : à vos coups je connaîtrai ma mère. CLYTEMNESTBB. Ingrate, c'en est trop, et toute ma pitié Cède enfin, dans mon cœur, à ton inimitié.
Page 208 - ... sont autant d'actions qui aboutissent à la principale, mais en outre chacune d'elles en peut contenir plusieurs avec la même subordination. Il n'y doit avoir qu'une action complète, qui laisse l'esprit de l'auditeur dans le calme; mais elle ne peut le devenir que par plusieurs autres imparfaites qui lui servent d'acheminement, et tiennent cet auditeur dans une agréable suspension.
Page 373 - Ma però quest'armonia tragica aver dee la nobiltà e grandi-loquenza dell'epica, senza averne il canto continuato; e avere di tempo in tempo dei fiori lirici, ma con giudizio sparsi, e sempre (siccome non v'è rima) disposti con giacitura diversa, che non sarebbero nel sonetto, madrigale, ottava, o canzone.
Page 418 - Italiani non avendo altro verso che l' endecasillabo per ogni componimento eroico, bisognava creare una giacitura di parole, un rompere sempre variato di suono, un fraseggiare di brevità e di forza, che venissero a distinguere assolutamente il verso sciolto tragico da ogni altro verso sciolto e rimato, sì epico che lirico. I giambi di Seneca mi convinsero di questa verità, e forse in parte me ne procacciarono i mezzi.
Page 185 - L'Amalechita re, coll'armi in mano Preso in battaglia; un alto re, guerriero Di generosa indole ardita, e largo Del proprio sangue a prò del popol suo. — Misero re! tratto a me innanzi, in duri Ceppi ei venia: serbava, ancor che vinto, Nobil fierezza, che insultar non era Né un chieder pur mercé.
Page 170 - Oh ! quale Dagli occhi antichi miei caligin folta Quel dir mi squarcia! Oh qual nel cor mi suona!. .David , tu prode parli , e prode fosti ; Ma , di superbia cieco , osasti poscia Me dispregiar, sovra di me innalzarti , Furar mie laudi , e ti vestir mia luce. E s'anco io re non t'era, in guerrier nuovo , Spregio conviensi di guerrier canuto? Tu, magnanimo in tutto, in ciò non l'eri.
Page 179 - Questa? è caligin densa; Tenebre sono; ombra di morte.... Oh! mira; Più mi t'accosta; il vedi? il sol dintorno Cinto ha di sangue ghirlanda funesta.... Odi tu canto di sinistri augelli? Lugubre un pianto sull'aere si spande, Che me percuote, ea lagrimar mi sforza.... Ma che? Voi pur, voi pur piangete?...
Page 418 - ... mi veniva evidentemente dimostrato che noi Italiani non avendo altro verso che l'endecasillabo per ogni componimento eroico, bisognava creare una giacitura di parole, un rompere sempre variato di suono, un fraseggiare di brevità e di forza, che venissero a distinguere assolutamente il verso sciolto tragico da ogni altro verso sciolto e rimato sì epico che lirico.

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