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Mondo, umile nel colmo di tutti gli onori. Nella quasi necessaria dissipazione dei suoi pensieri raccoglievasi sovente nel Santuario di sua ragione e di sua Fede; ed ivi fattosi unico oggetto delle serie sue meditazioni Iddio circondato dall' eterne Verità della Religione, annientavasi innanzi a lui, ed imploravane lo Spirito d'intelligenza e di fortezza per bene indirizzarsi, e sostenersi nel Governo dei Fedeli da Gesù Cristo affidatigli. Nel breve soggiorno, ch' egli fece nel caro suo Chiaravalle, pareva, che avesse suavemente obliato se stesso. Non potea da un semplice Monaco darsi maggior corso alla mortificazione, di quel che facesse il mansuetissimo Eugenio in quel grato Ritiro. La bontà del suo cuore diffondeasi per ogni parte, e traspariva dal dolce aspetto, si dipingeva nelle cortesi sue maniere, e scintillava da pertutto l'ardore di versare sul Corpo Cristiano lo Spirito del Divino suo Capo, ond' era egli stesso ricolmo.

Giorni così innocenti, e così pieni di meriti, avve gnachè non molto lunghi, consacrati interamente alla glo-. ria del Signore, al decoro della Religione, alla salute de suoi, consumarono nel breve spazio di pochi anni l' opera di sua compita santificazione, che comparir potrebbe il prodotto di molti lustri. Morì in Tivoli il dì 8. Luglio 1153. dopo otto anni, e quasi cinque mesi di glorioso Governo, onorato da' Grandi, che si tenne tenne sempre in luogo de' più cari figli e de' più rispettabili amici (53), caro ai buoni, compianto anche dai più protervi (54), e considerato da tutti con ragione come uno de' più gran Personaggi, che sostenuto avessero fino a quel tempo il Chiesa Cattolica, e procurató

Massimo Pontificato della

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insieme il bene e la felicità de' suoi Popoli: gloria immortale della sua Patria, ornamento singolare del Chiostro, viva immagine della più soda virtù Cristiana; chiara e convincente riprova di quella Provvidenza Superna, che per lontane ed a noi occulte vie regge e conduce le fisiche egualmente, e le morali vicende .

Se ne celebrarono per due giorni le solenni Esequie; e fra i sospiri e le lagrime di tutto il Popolo Romano con la funebre pompa, che conviensi al Vicario di Gesù Cristo in Terra, fu trasferito in Roma, e nella Basilica Vaticana innanzi all' Ara Primaria decentemente sepolto.

Alla santità di Eugenio non resero solamente giustizia gli Uomini, dai quali fu fu pubblicamente riconosciuta (55), ma si compiacque Iddio medesimo di autorizzare la concepitane opinione, onorandola con un numero assai grande di miracoli ed in vita, e dopo morte, dei quali ci hanno conservata la memoria gl' Istorici, che parlan di lui. Noi ci contenteremo di rammentarne un solo, riferito concordemente da tutti (56).

Nell'anno primo del suo Pontificato, suo Pontificato, allorchè soggiornava in Viterbo, furongli spediti dai Vescovi dell' Armenia, come già si disse, e dal loro Cattolico (57) alcuni Deputati ad offerirgli a nome delle loro Chiese un' intera sommissione, ed a consultarlo come Supremo Giudice sopra alcune controversie tra loro ed i Greci. Accolse il Papa graziosamente gli Armeni Prelati, e volle che il giorno 18. di Novembre, Festa della Dedicazione delle Basiliche de' SS. Pietro, e Paolo, assistessero da vicino al S. Sacrifizio, ch' egli stesso offeriva, e potessero così minutamente osservare tutte le Ceremonie del Rito - Ro

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mano,

e concepire la giusta idea delle Pratiche Religiose della Cattolica Chiesa. Uno di essi, che più attentamente osservava i santi Misterj, vide in un tratto investirsi da un ampio raggio di Sole il volto del Celebrante Pontefice, e per quella lista di luce volare innanzi e indietro due bianche Colombe. Stupì l'Armeno, e più crebbe lo stupore e e la sorpresa, quando fatte tutte le ricerche non si trovò apertura alcuna, per la quale potess' essersi introdotto quello scintillante splendore. Miracolo, gridò allora, Miracolo! raccontando a' suoi Colleghi, e a Corte Romana la prodigiosa Visione (58).

tutta la

Meraviglia perciò non è, se unito questo a molti altri stupendi avvenimenti poscia seguiti, Eugenio III. meritasse fino dal momento di sua morte una special venerazione, ed il Titolo di Beato; e come di tale ne sia registrato sotto il di 8. di Luglio il nome nei Calendarj o Martirologi Cisterciensi, sebbene dalla Chiesa Universale non siascgli mai decretato il pubblico culto dei Santi. Angelo Manriquez riferisce il seguente Epitaffio posto sul di lui Sepolcro (59).

Hic jacet Engenius defunctus, cerne Sepulchrum,
Cui pia cum Christo vivere vita fuit.
Pisa Virum genuit, quem Clarevallis Alumnum
Exhibuit Sacrae Relligionis opus.

Hinc ad Anastasii translatus Martiris Aedem

Ex Abbate, Pater Summus in Orbe fuit.
Eripuit solemne Jubar, mundique decorem
Julius octavum Sole ferente diem.

D. G. L.

ANNOTAZIONI.

(1) Montemagno è un Castello antichissimo vicino a Pisa sette miglia incirca dalla parte di Levante, non molto lontano dalla famosa Verrucola.

(2) L' Abate Costantino Gaetani Monaco Cassinense nelle sue Note alla Vita di Gelasio II. scritta da Pandolfo Masca Pisano scrive, che fu figlio di Giovanni Paganelli e di Maria Gaetani: che il di lui primiero nome era solo Pietro, cui aggiunse quello di Bernardo solamente da Monaco, così chiamandosi in ossequio di S. Bernardo suo Institutore e Maestro: In Monachatu etiam Bernardus,, pag: 116.

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(3) Raffaello Roncioni Istoriografo Pisano, riportato da Ferdinando Ughelli nelle Note al Ciacconio tertiae Edit. 1677.

col.

1034; Pietro Cardosi Pisano in un' Opera ms. intitolata Mem. Sac. delle Glorie di Pisa, una Copia della quale esiste presso i Sigg. Magroni di Pisa, l' Originale in Firenze nella Magliabechiana; e ridotta in transunto appresso i Sigg. di Poggio Balduinetti, ed altri ancora.

(4) Un ramo di tal Casato era, per quanto pare, la nobil Famiglia dei Bernardi di Piacenza, la quale, propagata da Giovanni Capitan Generale dell' Armi Imperiali in quel Distretto, e figlio di Oberto fratel germano del nostro Pontefice, in grazia di cui, secondo tutte le apparenze, cambiò il nome di Paganelli in Bernardi, vi si trova stabilita fino dall' anno 1162. Ughelli cit. appresso il Ciacconio col. 1034. Vegg. Pier Maria Campi, Istoria di Piacenza,

(5) Che Papa Eugenio sia stato Vicedomino della Chiese Pisana non solamente lo attestano tutti gli Autori della sua Vita, ma S. Bernardo istesso nella Lettera 237.: Num qui in una Ecclesia Vicedominatum non substinuit, Dominatum in omni Ecclesia requirebat? Era in que' tempi Vicedomino un Eccle

siastico scelto dal Vescovo, dal suo Capitolo, ovvero dall' Ordine del Clero, il quale sosteneva le incumbenze di Econo

mo, di Custode o Difensore de' beni della sua Mensa, e ne faceva le veci riguardo all' Azienda, e specialmente all' Ospitalità. Se ne parla in una Lettera di S. Gregorio, riportata nel Canone" Volumus Dist. 89., e non solo i Vescovi, ma

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gli Abati eziandio e le Abbadesse avevano il loro Vicedomino : Vegg. il Du-Cange Art. Vicedominus 99 ·

Alcuni hanno creduto, che il Vicedomino e 1 Arciprete fossero nel Capitolo Pisano l' istessa persona sotto due nomi: ed altri al contrario, dividendo queste due Dignità, han preteso, che il Vicedominato ne fosse fosse la primaria. Fondano questi la loro opinione su di alcune Carte esistenti nell' Archivio Arcivescovile, nelle quali apparisce, immediatamente dopo l' Arcivescovo, firmato il Vicedomino e poi l'Arciprete, come in una riferita da Mons. Paolo Tronci nelle Mem. Istor. di Pisa pag. 78. Ma questo forse fu osservato in qualche caso particolare, ove trattandosi di alienazioni di beni ( come nel cit. Monumento) o di altro affare della maggiore importanza, era necessario, che per per la validità o solennità di quell' Atto, costasse del consenso e della firma anche del Vicedomino. Nel resto, se un Canonico era ancor Vicedomino, come frequententente accadeva, soscrivevasi nel rango di sua anzianità Canonicale; cosa, che può agevolmente riconoscersi da molte Memorie Capitolari

o

Crede il cit. Cardosi, che il Paganelli fosse fatto Vicedomino dall' Arcivescovo Rugiero I., che secondo il ch. P. Mattei nell' Ist. della Chiesa Pisana Tom. I. pag. 20., tenne la Sede Arcivescovile, dall' anno 1123. fino al 1130.

E' vero, che ne' Registri dei Vicedomini, che esistono nell' Arcivescovado, si trova il поте di un Bernardo Vicedomino dall' anno 1135. all' anno 1137. ma questo non pare poter' essere il nostro Bernardo Paganelli; poichè, oltre il do

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