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Eccovi nel presente IV Volume della BIBLIOTECA GIURIDICA TEORICO PRATICA li Commentarj III e IV delle Instituzioni di Gajus, ch'è quanto dire il compimento dell' Opera.

Troppo lungo discorso sarebbe dirvi a parte a parte le cure e diligenze che usammo nel testo, nella versione, e nelle note, acciò l'edizione potesse considerarsi non indegna del luogo, ove l'unico prezioso Codice si custodisce, e del tempo.

Cosi ad onore del paese, e pel ravviamento di questi nostri studj sbattuti potesse non fallirci la speranza, che i Giuristi Italiani si addieno una volta della necessità per essi di conoscere e di penetrare il processo di formazione del Diritto nella Storia!

Negl' instituti dei nostri maggiori abbiamo comuni, e il punto di partenza delle dottrine, e il campo delle investigazioni, e le antiche glorie civili, ed i provati elementi di progresso, e le guide per l'avvenire, sia il nostro domicilio in qualsivoglia luogo della Penisola.

Nè ciò sia inutilmente. Gli antichi nostri crearono e perfezionarono il diritto rigoroso col predominio sulle disuguaglianze, e colla repressione delle volontà individue, noi ora dobbiamo comprenderlo e proseguirlo a soddisfare i nuovi bisogni ;

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c'incombe svolgere un diritto più vasto e più equo, che riconosca e guarentisca le relazioni novelle, e i diritti di una civiltà più varia; anche in ciò, se il romanismo non fosse, con danno e vergogna nostra, più che altrove straniero alla sua vecchia sede, troveremmo orme sicure negli Editti Pretorj, e nei Responsi Proculejani.

Del merito e della utilità di queste Instituzioni di Gajus tenemmo discorso sufficiente nel Proemio al I. Volume. Ivi a guisa di Appendice abbiamo posto li frammenti De Jure Fisci, insieme a dette Instituzioni in Verona discoperti. Per l'altro nesso della materia inseriamo ora alla fine di questo II. Volume in apposite Appendici li frammenti delle Instituzioni che scrissero Ulpiano e Paolo, aggiuntivi in nota alcuni cenni sulla vita e sulle opere loro.

Non havvi efficacia di ragionamento che valga a persuadere chi non vuol' essere persuaso; ma ognuno può intendere, come il dispregio in cui dai nostri pratici sono tenuti il diritto romano, e il metodo storico, abbia prodotto e produca quelli amarissimi frutti che vediamo. Se non che voi, giovani lettori, bene comprendete quanto la cognizione di quello che appellammo processo formativo del Diritto. conferisca allo stesso retto indirizzo di una pratica illuminata. Ed in vero il disordine negl' intelletti, l'oscillamento nelle applicazioni, l'insufficenza a fronte delle difficoltà, la inettitudine volontaria e boriosa, ed il triste loro corteo derivano capitalmente da tale difetto, contro cui reagire vorrebbe questa Biblioteca nostra, non per un cieco amore delle

teoriche, ma pel reale incremento di beni e di civiltà che verrebbe dal loro uso più comune.

Se consideriamo infatti obbiettivamente il diritto, si scorge un complesso di precetti giuridici raccolti sotto certi gruppi a seconda delle varie relazioni ed attinenze; ognuno dei quali gruppi è un istituto speciale che può considerarsi in sè stesso, nelle sue origini e posizione, nonchè nelle affinità cogli altri; prendasi ad esempio il diritto di proprietà, il diritto d'ipoteca, e simili. Ora li addottrinamenti che Instituzioni disse l'antichità ci scortano appunto alla conoscenza del diritto nei molteplici suoi particolari, cioè a quella conoscenza di dettaglio, o pratica, che in Germania viene compresa sotto il titolo Corso delle Pandette.

Le Instituzioni considerate pertanto quali succinte introduzioni istoriche del Diritto aprono l'adito a quelli più estesi sviluppi, di cui le Pandette ei offrono appunto tanti imitabili esempj.

Non è solo per servire all' esigenze scientifiche che devesi incominciare dalle notizie istoriche delle origini e dei progressi dei varj instituti del Diritto, cioè dal Corso delle Instituzioni, ma questo metodo ci viene eziandio indicato dai bisogni urgenti di quella che nominiamo spesso la pratica, intendiamo però illuminata, cioè consapevole dei mezzi che usa, della loro natura, e virtù, delle loro varietà, ed effetti, delle limitazioni che subiscono, soli, o combinati, e delle più estese loro applicazioni.

Impariamo adunque le grandi dottrine del passato dai loro principj, con intelligenza però del presente; e testimonj come siamo della declinazione

scientifica, consci che col dileguo delle nobili tradizioni, anche nel foro tutto sarebbe un pretto meccanismo, spoglio d'ogni vita e possanza, e che il rigoglio degli errori e delle ubbie soverchierebbe da ogni lato irremediabilmente, tentiamo risalire alle romane fonti, non per fissarci in esse, ma per procedere oltre meglio istrutti, fra le ricche realtà dei nuovi tempi.

Nel I. Volume dei Trattati di Savigny abbiamo effigiato il metodo storico, l'ottimo per apprendere fondatamente il Diritto. Nel Volume II. che sta per vedere la luce (V. della Biblioteca Giuridica) si avrà di tale metodo in quattro celebri monografie sopra importanti materie la felice applicazione, ed un saggio di quella potente ermeneutica, mercè cui le fonti del Diritto vengono utilmente usufruite a servigio dell'arte. L'Introduzione nostra a tale Volume dirà del nesso, e dell'intima successione del Diritto moderno e del romano, con riguardo alla nuova condizione fatta a questo dalla scienza e dai codici. Ivi sarà meglio palese l'altra parte degl' intenti che governano la nostra intrapresa, in quanto cioè sono indirizzati a derivare ogni vantaggioso partito dallo studio delle vecchie dottrine; assunto di cui riconosciamo la gravità, che non può esaurirsi incompletamente, e pel quale appena parranno sufficienti molte dimostrazioni analitiche coll'esame delli elementi identici, e le prove di fatto, coll' esemplificazione di casi reali da quelle massime disciplinati e decisi.

GAII

INSTITVTIONVM

COMMENTARIVS TERTIVS

DELLE INSTITUZIONI

DI GAJO

COMMENTARIO TERZO

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