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Ho compilato questa Grammatica dietro l'orme di que' pochissimi, i quali avvisando, che pensiamo perchè parliamo, ed essere per ciò le lingue stromento sì per comunicare ad altri le idee, e sì per averne, con la luce dell' ideologia ne posero sul diritto cammino,- E veramente l'ideologia, al dir di Bacone, fa, in rispetto della grammatica, a guisa della gran lampana, che, sospesa alla volta del tempio, ne illumina ogni parte.

Per secoli la civil educazione soggiacque al ferreo giogo de' pedanti (e piacesse a Dio fosse il lor dominio a fine !), i quali inaridivano il più bel fior degl' ingegni, tormentando ne' giovanetti corpo ed anima; tanto ch'e'n' uscivano delle scuole istupiditi, od avversi agli studi, e soprattutto alla lingua latina, onde sostenuto aveano senza prò asprissimo e lungo travaglio. Come raro sempre e difficile in qualunque cosa o tempo, per destinato nostro infelice, ci arriva il bene! Tutta la sapienza si riduce pur troppo a saper soffrire: nè la pedanteria è del mondo lieve fastidio.

Eppure il libro della natura ne sta del continovo aperto dinanzi; ma o vi si legge per gli occhi altrui, o la vecchia abitudine ci torce altrove lo sguardo.

Cramm. Latina.

La prima nostra lingua, o vuoi la materna, forsechè non s'impara presto e con diletto all' età, in cui le forze intellettive sono più debili? E ciò donde procede, se non dal metodo. Allora il bisogno scopre la miglior guisa di apprendere e d'insegnare; e noi, anzi che il bisogno, scorta infallibile, secondammo falsi ragionamenti e bizzarrie, di che siamo smarriti per torti sentieri, ingombri di spine.

Non per via di regole, ma si per traduzioni reiterate si aggiungon le lingue; in quanto che la regola è idea astratta, la quale non d'altro modo puoi comprendere, che col salire ai fatti, donde fu tolta.

Guardiamci però dal far tradurre a bel principio, quale usan molti, parole da sè; chè vogliono essere frasi elette. Una voce scompagnata non ha attenenze nè molto nè poco. Se caso avvenga, che la madre pronunzi solo un vocabolo al proprio alunno, il linguaggio d'azione compie a un tempo la frase. Giammai non parliamo a voci dispaiate, e i monosillabi stessi, allora che s'adoprano senza compagnia, han valore di frasi intere. Taluni potran dire: un istinto sicuro governa il primo primo ammaestramento; la necessità di comunicar sè ad altrui, sentita per un lato dalla debolezza, per l'altro da tenero affetto, inquieto, operoso, inspira quanto vien meglio ad uopo. E donde mai il bisogno di conoscere una seconda lingua avrà tanta virtù? Risponderemo, che dove sia chi seco medesimo deliberi studiarla, ha, in difetto dell' istinto, la ragione, la quale basta a disvelare come si adempia questo spezial desiderio con la minor fatica.

Il metodo dunque in acconcio di pervenire al conoscimento perfetto di un' altra lingua (qui dirò singolarmente della latina) sta nel tradurre frasi scelte, al fine di rendere familiari agli studianti la lessigrafia, la nomenclatura, i fraseggiamenti e gl'idiotismi di essa lingua.

A ben comporre in latino, dice Rollin, convien prima intenderne il giro, le locuzioni, le regole, ed avere riposto

nella memoria buon numero di parole, delle quali si senta tutta la forza. Ora ciò non può farsi che per una grammatica convenevole, in cui l'esperienza ci apprenda il valore e il vero uso delle parole, delle frasi e delle regole della sintassi; in cambio di essere costretti, come si costuma sempre mai, ad infastidire e vessare infruttuosamente coi temi gli studiosi.

Manca sì bene tuttavia un libro facile, il quale, chiudendo, in certa guisa, tutta la latinità classica in piccolo spazio, raccolga qualunque modo di traduzione e di composizione. Porto Reale adunò l'oro del Sanzio, purgato di ogni mistura, e sparse luce intorno alle cagioni della lingua latina; ma non può dar frutto che a que' che sanno. Per questo e' sarà d'ogni tempo opera gloriosa all' intelletto umano. La quale, se in luogo di muovere dalle cause agli effetti, avesse tenuto via contraria, compiendo il numero de' fatti, riuscita sarebbe eccellente per ogni lato, e profittevole all'universale. Tacerò delle altre grammatiche; chè desiderabile è se ne sperda la memoria a beneficio degli uomini. Non terrò discorso nè di que' libri pessimi che intendono spiegare il latino col latino. Chiunque abbia fior di senno di leggieri comprende come siano stolta fatica; imperocchè assumono dichiarare l'ignoto con l'ignoto, e mettono innanzi un latino moderno, il quale, parlando a ragione, non si appartiene a veruna lingua; e con ciò apprestano falsi modelli, fan dire agli autori quel che non dissero, nè avrebbon voluto dir mai: il che è un trasmutare l'oro in piombo, dare due autori a vece d'uno, e così doppiare la difficoltà, tradurre parole proprie per improprie. E di vero, se i vocaboli, cui l'autore usò, hanno proprietà, uopo è conchiudere che que' di coloro non l'hanno; nè una lingua può tradurre sè stessa.

I discepoli si guastano altresì col latino ch' e' fanno, e con quello, onde i maestri presumon di ammendarlo. Venuto il tempo dei temi, hansi a trarre dai Classici e subbietto e

lingua; chè opra perduta è cercare fondamento stabile fuori dell' aurea antichità. Di tal modo l'alunno verrà a grado a grado contraendo l'abito di pensare immediatamente latino intorno qualsiasi forma di frasi, nè correrà pericolo di cadere in un ridevol gergo da collegio.

Il purgato latino, ossia qual è ne' classici autori senz' alterazione di sorta, non solo va scevro dai difetti del latino moderno; ma ne si offre cinto dal prestigio dell' autorità e di quella religiosa reverenza ch'inspirano i nomi antichi e famosi. Fino dal primo dì si legge e si traduce Terenzio, Virgilio, Cicerone, Orazio, ecc., e per siffatta guisa se ne ritrae di breve il sentimento dell'armonia latina, perchè l'orecchio vi si educa insensibilmente.

Dio per ciò ne scampi dal far quella, cui i pedanti chiamano costruzione, la quale è anzi decostruzione; perocchè adusa occhio ed orecchio ad un ordinamento contrario all'indole della lingua che si apprende.

La decostruzione, i temi inopportuni, il latino moderno, e le regole anticipate, troppe e anco false sono i difetti, cui, tutti o in parte, hanno i metodi, onde suole insegnarsi il latino.

A poterli sfuggire questo libro pone avanti un' ordinata serie di frasi della più pura latinità, raccolte in tanti gruppi, e per modo, che, diviso il difficile, non dia travaglio allo studioso. Di fianco poi agli esempi lochiamo di mano in mano avvertenze acconcie, le quali sono quelle stesse idee generali, cui l'alunno, tradotte le frasi, si andrà formando, nel render conto a sè di ciò che avrà fatto. Con questo la mente legherà ai fatti l'astrazione, e creerà, a così dire, il principio, per virtù del proprio ragionamento. E quindi anco ne segue, che le regole contrapposte ai gruppi di fatti, i quali sono lor fondamento, costituiscono agguagliatamente due metodi, l'uno pratico, onde s'impara il latino, l'altro teorico, che deduce gli universali, ed estrae quasi la sostanza di quanto fu appreso.

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