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fugerunt deve avere un nominativo, e l'addiettivo trepidi si conviene indispensabilmente a Stoicile. Per ciò ne risulta:

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Lux longe alia est solis, et lychnorum. CIC.

vera,

manifesta ac.

Solis et lychnorum sono sostantivi in genitivo, e pajon le due parole simili annunziate dall' enumerativo et. Secondo tal supposto si avrebbe la luce del sole e dei doppieri; ma la frase stessa accenna due specie di lumi; perocchè dice che l'una luce non è l'altra. Lux alia est, etc.

Dunque non il sole e i doppieri vengon ivi dinumerati, ma le luci. Vi ha quindi un lux sottinteso. Lux alia est solis, et lux est alia lychnorum. La luce del sole è una, e la luce dei doppieri è un'altra (luce).

280.

Hoc tu indaga, ut soles, ast hoc magis. CIC.

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Indaga (esamina) questo, come suoli, ma più quest' altro.

Sed, ast, autem possono pur esser considerati quali enumerativi. Autem mai non ponsi a principio di frase, e il medesimo avviene di talune altre parole, le quali sono enim, imperocchè, quoque, anche, quidem, al certo, vero, in vero, non meno che del verbo inquio e delle diverse sue forme. Parecchie altre voci, per contrario, vanno sempre al principio; come at, nam, num.

Del resto gli enumerativi di maggior rilievo son que' già dati di sopra. Ast, sed e autem non s'incontran molto frequente, e le indicazioni loro non sempre di leggieri s' intendono.

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Cum mihi paveo, tum Antipho me excruciat animi. TER.
Quando (allorchè) pavento per me, allora Antifone mi strazia

l'animo.

Cum annunzia di necessità che la frase, ove si trova, vien divisa in due, l'una primaria, l'altra secondaria, delle quali ciascuna comprende almeno un nominativo ed un verbo, espressi o sottintesi.

Nell'ordine delle idee cum appartiene alla frase secondaria, tum alla primaria, la quale, nell' ordine usuale, segue quasi sempre l'altra.

Questo principio si attaglia a tutti gli altri correlativi.

Cum, considerato come compimento od effetto, nulla offre di nuovo; è sottoposto al pari d'ogni altro correlativo, al principio già detto.

Antipho excruciat tum; paveo cum, o paveo |

que,

tum.

Ma riguardato quale indicatore fornisce grande ajuto nella traduzione.

Tum è per lo più sottinteso; ma si vede che l'ellissi avviene perchè cum ne desta necessariamente l'idea.

Cum viene da quum, il quale s'adopra nel medesimo senso. Quum è un'accozzamento di que tum, e, al par di essi, significa e allora. Cum non può dunque venire al pensiero di chi parla, se non dopo aver concepito l'idea di tum. Cum suppone necessariamente avanti sè l'idea di tum, quando non è espresso. L' indole dell' ellissi, la quale ha luogo si ampiamente nelle lingue, vuole sia taciuto ciò solo che può trovarsi per mezzo del legame delle idee. Quando avvenga altrimenti I ellissi è un difetto o della lingua o dell' autore.

282.

Cum dolore conficiar, tum etiam pudore. CIC.

Quando sarò da dolore oppresso, allora il sarò pur da vergogna. Noi diciamo: sarò oppresso tanto da vergogna che dal dolore.

Amabat, ut cum maxime, tum Pamphilus. TER.

Allora (tum) Pamfilo amava, come amava, quando (cum) amava più che mai.

Il cum vien qui usato più ellitticamente che negli esempi avanti, ma e' si è pure il medesimo: ciò ne ricorda l'immutabil principio che una parola non ha, nè aver può mai che un senso. La frase ove trovasi ut cum maxime è con grande elJissi. Quella di Terenzio equivale a tutto questo: Amabal tum Pamphilus, ut amubat cum amabat maxime. Come togli l'ellissi tutto torna alla via naturale invariabile.

DATO IL PASSO SEGUENTE,

DI CUI IL TRADUTTORE NON CONOSCA SE NON LE PAROLE E LE FORME,
FAR PROVA DELL' ENUNCIATO PRINCIPIO.

283.

Patricios omnes opibus cum provocet unus
Crispinus, tyrias humero revocante lacernas,
Ventilet æstivum digitis sudantibus aurum,
Nec sufferre queat majoris pondera gemmæ ;
Difficile est satiram non scribere. Juv.

Cum, veduto nella frase, è un tratto di luce. Prendiam le mosse da esso, e, giusta il dato principio, cerchiamo il nominativo e il verbo della frase medesima, aggiugnendovi, ben s'intende, le attenenze e dependenze loro; e così avremo,

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Ecco tutto chiaro; e, benchè le parole sien costruite per gruppi, qualsiasi attenenza riesce agevole a comprendersi :

Quando il solo Crispino tutti i patrizj disfida con le sue ricchezze, gittatosi il mantello tirio (di porpora) dietro la spalla, e ventila (agita o alterna) l' aureo anello estivo per le sudanti dita, nè sopportar può il peso di gemma più grave; allora difficile è di non scrivere una salira.

Come la frase primaria s'incontra a bel principio (il che talvolta avvien pure) il gruppo delle parole, ov'è cum, serve a limitarla. Se dunque Giovenale avesse cominciato di questo modo:

Difficile est satiram non scribere

Patricios omnes cum provocet unus, etc.

il limite verrebbe posto dalla frase primaria: la presenza di cum, nel gruppo patricios omnes etc., ci avrebbe avvertito di non portar la frase primaria al di là di scribere.

I segni dell' appuntare, bene usati, facilitan non poco la traduzione. La virgola, qual si vide, equivale ad un enumerativo, e le si può applicare tutto che abbiam detto quanto a sì fatta specie d'invariabili.

284.

Hoc me ipse consolabar, quod non dubitabam. CIC.
Per questo pur mi consolava, ch'io non dubitava.
Quod si quiessem, nihil evenisset mali. TER.

Quod ha per antecedente hoc, il quale, se non è nel discorso, si sottintende: Dico hoc, quod nihil evenisset mali, si quiessem.

285.

Ibit eo quo vis, qui zonam perdidit, inquit. HoR.

Andrà, disse, là dove tu vuoi, chi ha perduto la cintura (coi danari); cioè, chi non ha un quattrino.

Quo difficilius, hoc præclarius. QUINTIL.
Per ciò gli è più eccellente, per cui, ecc.

Noi traduciamo per più o meno, o quanto più, quanto meno, quindi rovesciam la frase. L'antecedente di quo è eo o hoc. Quando hanvi due comparativi l' antecedente hoc o eo, ordinariamente posposto, vien taciuto di rado. Il quo plus sunt potæ, plus sitiuntur aquæ di Ovidio non s'incontra quasi mai.

286.

Tua est imago, tam consimilis est quam potest. Plaut.

Tuo è il ritratto, tanto è consimile quanto mai può esserlo.

Quam, avanzo di una locuzione intera, ha per antecedente lam.

Homo non quam isti, est gloriosus. Liv.

Quam potero adjuvabo senem. TER.

Tam consimilis est, quam potest - Homo non est tam gloriosus, quam isti adjuvabo quam potero.

287.

Postquam natus sum, satur nunquam fui. PLAUT.

Tam

Da che son nato, mai non fui satollo.

Postea quam ad me scripsissetis. CIC.

Dopo che mi avesse scritto....

Postquam per posted quam; post (parte dell'antecedente) può staccarsi da quam, ed essere in composizione, o adoperato da sẻ.

Gramm. Latina.

40

288.

Neque defatigabor antequam percepero. CIC.
Nè mi stancherò prima di aver capito.

289.

Priusquam incipias, consulto; et ubi consulueris, mature facto opus est. SALLUST.

Innanzi che tu cominci, delibera; e come avrai deliberato, ti è d'uopo subito l'opera.

Postquam, antequam, priusquam sono l'accozzamento di post, ante, prius e di quam i primi stanno per postea, antea, l' ultimo è secondo l'analogia de' comparativi seguiti da 'quam.

290.

Ac venti, qua data porta, ruunt. VIRG.

E i venti fuor precipitan per quella via, per la quale via il passo è aperto, cioè, per dove è aperto il varco.

Volsci, qua modo simulato metu, ea in veram fugam effusi. Liv. I Volsci furon dispersi in vera fuga per quella via (ea), per la quale (qua) dianzi e' si eran gittati con simulato spavento.

Ruunt ea via, qua via porta data est. Ea è l' antecedente di qua; i due addiettivi in ablativo suppongono via. via.

....

Perge modo, et qua te ducit via dirige gressum. Virg.

291.

Qui possum, quæso, facere quod quereris? PHED.

Di grazia, in che modo, o come, posso far ciò di cui ti lagni?

Qui è l'addiettivo più usato invariabilmente, si per rappresentare tutti i casi di esso addiettivo nei tre generi e due numeri, e sì per dir come.

Cedo qui est cognata, di' com' è tua cognata. I due sostantivi, l' antecedente e l'identico, sono taciuti. Cedo eum modum qui modo est cognata. Qui invariabile è di molto uso: talvolta adoprasi qual pronome relativo: nihil est qui emam, per quod emam. Ma di questo modo è anticato. Quando a vece ci è segno che chiama eo modo, quomodo, o quimodo corre volgarmente e vien tradotto per come, in qual maniera, ecc.

Insanine estis?

292. Quidum? PLAUT. E siete pazzi? - Come dunque ?

Cioè, dic qui. dum sic loqueris. Quidum è l'accoppiamento di qui e di dum, avanzo di due frasi. Se taluno dice: insanine estis? siete pazzi? gli si risponde: quidum! cioè, qui insani simus, dum loqueris, dinne, mentre parli, come o perchè noi siamo pazzi?

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