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La presenza di un enumerativo annunzia due parole dependenti da una sola e medesima causa, o vogliam dire due parole sintassicamente simili.

Cotali due parole ci conducono quasi sempre a tutte l'altre; e quindi è che gli enumerativi sono di grandissino aiuto nella traduzione.

Questa teoria verrà confermata dagli esempii.

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At non s'incontra molto spesso, per ciò non figura qui con gli altri. Gli euumerativi indicati sono i soli, che, per l'uso frequente, e la sicurezza e facilità delle indicazioni, cui forniscono avendo a tradurre, debbon fissare in modo speziale l'attenzione dello studente.

Ancorchè dein, deinceps, deinde, denique, postea, insuper e taluni altri invariabili possano aversi quali enumerativi, uopo è pure vadan confusi con que' considerati non più che come effetti, e che non danno vera cagione di noverarli tra gl' indicatori.

256.

1. Lethi vis rapuit rapietque gentes. HOR.

La possa della morte rapì e rapirà le genti.

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2. Vina liques, et spatio brevi spem longam reseces. HOR.
Spilla i vini, e strigni in breve spazio la lunga speranza.

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3.0 forte pejoraque passi, vino pellite curas. HOR.

O uomini prodi e che patiste cose peggiori, sbandite col vi

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8. Mores hominum multorum vidit et urbes. HOR.

Vide i costumi di molti uomini e città.

Costr. Vidit

mores hominum etc.
urbes... et.

| Vide

i costumi di molti uomini,

le città prese insieme.

In ciascuna di queste frasi si enumerano

1. Due azioni.... significate dai due verbi........ rapuit, rapiet, jo liques, reseces.

2. Due qualità..

3. Due maniere

di operare.

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addiettivi. fortes, passi, o optime,dulcissime.

invariabili timide, gelide, o bene, sapienter.

4. Due oggetti..! significati dai due sostantivi.|musas,Veneremo mores, urbes.

N. La costruzione italiana non è del tutto compiuta, perchè nostro scopo è solo di rappresentare il senso latino; e per ciò vedi tutte le parole delle frasi latine costruite secondo l'ordine delle idee, il quale fissa il posto a ciascuna di esse necessariamente.

Ora l' invariabile que o et è adoperato nella frase per necessità a cagione della seconda parola, al fine di annunziare ch'essa vien presa congiuntamente o a un tempo rispetto alla prima. Vedi la costruzione.

Que e et son conformi agli avverbii insuper, postea, simul od altri simili, che significano di più, oltre a ciò, ancora, poscia, in seguito, similmente, unitamente, parimente; dunque non han natura diversa da quella degl' invariabili detti avverbii.

257.

Licuit semperque licebit

Signatum præsente nota producere nomen. HOR.

Fu e sarà sempre lecito metter fuori un vocabolo segnato con
recente impronta (cioè dell' analogia).

Aurum per medios ire satellites et perrumpere amat saxa. HoR.

Ne verbi enumerati tutto può essere identico, numero, persona, tempo modo e voce; come nel secondo esempio ire e perrumpere. Ma ciascuna di queste identità può mancare, tranne quella di modo, ch'è sempre necessariamente richiesta. E ciò procede da quella causa medesima, la quale ne' sostantivi enumerati esige l'identità di caso.

258.

Armamenta salva e sana sunt. PLAUT.

Gli armamenti (munizioni d'armi) son salvi e sani.
Is omnium pessimus deterrimusque est. GELL.

Egli è il più cattivo e il più terribile di tutti gli uomini.

Negli addiettivi enumerati ha triplice identità; di genere di numero e di caso. Pur quella di grado ci si mostra nel secondo esempio; ma è anzi voluta a cagione di simmetria, che per vera necessità. Infatti per nulla non repugua che due qualità di una cosa enumerate si diversifichino nel grado.

259.

Hanc tibi probe lepideque concinatam referam. PLAUT.

Te la riporterò bene e graziosamente acconcia.

Nunc et olim, hodie et cras.

Ora e poi (passato o futuro), oggi e domani.

Tutta la somiglianza negl' invariabili sta solo nell' esprimere idee della medesima classe, ad esempio, due di modo, come bene lepideque, o di tempo, come nunc et olim, o di luogo, come hic et illic, o huc et illuc, hinc et illinc, hac et illac, quattro maniere di esprimere qua e là. Iste ne dà egli pure i suoi quattro invariabili istic, istac, istinc, e istuc.

260.

Musa dedit fidibus Divos, puerosque deorum,

Et pugilem victorem et equum certamine primum,
Et juvenum curas et libera vina referre. HOR.

I sostantivi divos, pueros, pugilem, equum, curas e vina sono gli effetti di una sola e medesima causa, ciò di referre. Essi vengono formalmente enumerati da et e da que; e tutti hanno identità di caso; ma quelle di genere e di numero o vi sono o no, secondo che piace all'autore.

La somiglianza o identità voluta ne' sostantivi enumerati è dunque quella di caso. E infatti, che importa il numero o il sesso degli oggetti nell' enumerazione? O sian più in uno, o ciascun da sè, siano o mascolini o femminili o neutri, basta che si seguano.

261.

Natumque patremque cum genere extinxem. VIRG.

Spento avrei e figliuolo e padre con la lor schiatta.

Pellitur et uxor et vir. HOR.

Son cacciati e moglie e marito.

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L'idea par che rifiuti il primo enumerativo. Ma col primo et l'autore annunzia che l'oggetto nominato innauzi non è solo, e viene preso congiuntamente. L'altro et fa l'ufficio consueto di enumerativo, il quale si è d'indicare un secondo effetto di una medesima causa. Dunque possono esservi tanti enumerativi quante sono le parole enumerate, e allora l'enumerazione ci si rivela fin dalla prima di esse.

262.

Clamabit enim; pulchre ! bene! recte!

Pallescet super his... saliet, tundet pede terram. HOR.

Chè griderà bello! bene! benissimo! impallidirà tra` questo... salterà, batterà col piede la terra.

Sura, pes, statura, tonsus, oculi, nasum, labra, mala, mentum, barba, collum, nihil hoc simili est similius. Plaut,

Gambe, piè, taglio, tonditura, occhi, naso, labbra, guance (o mascelle), mento, barba, collo, niente (o niuno) più di lui mi somiglia.

Nell' esempio di Orazio senza enumerativi di sorta hanvi due enumerazioni, cioè quella degl' invariabili pulchre, bene, recte, e l'altra dei verbi clamabit, pallescet, saliet, tundet. L'enumerazione di Plauto manca di enumerativi egualmente. Talvolta le parole enumerative sono quante le parole enumerate, talvolta ve n'ha una usata per pleonasmo.

L'appuntare fa le veci degli enumerativi, e li rappresenta sempre qualora sian taciuti. Quindi le undici virgole nell'esempio di Plauto equivalgono ad altrettanti et o que.

Ond' è che gl' indizii forniti alla traduzione dalle virgole, e alcune volte da altri segni dell'appuntare, sono gli stessi che quelli, i quali si ritraggono dalle parole enumerative..

È di gran rilievo far retto uso della ragione avendo a tradurre negli autori i segni dell'appuntare; e' ci aiutano mirabilmente a sciogliere buon numero di difficoltà.

Bene spesso la virgola e l'enumerativo que, et od altro equivalente fanno ciascun da se il proprio ufficio; talora s'incontrano insieme, il che avviene allorchè la parola enumerata da et o da que depende con una certa ampiezza.

263.

Pallida mors æquo pulsat pede pauperum tabernas regumque turres. HOR.

Que dinumera egli i due accusativi tabernas, turres, o i due genitivi pauperum, regum? Non ha luogo enumerazione se non di oggetti simili, siccome effetti di una medesima causa; dunque sono enumerati tabernas e turres, perchè necessarii effetti di pulsal, non avendovi nella frase verun altra voce, la quale possa causare un accusativo; e il que serve ad enumerarli. Tra i due genitivi poi non avvisi virgola, nė enumerativo, e per ciò fa mestieri cercare la causa loro altrove. Troverai quella di pauperum in tabernas, quella di regum in turres.

264.

Est animus tibi rerumque prudens, et secundis temporibus dubiisque rectus. HOR.

Hai un animo e delle cose usato, e retto ne' tempi prosperevoli e ne' dubbiosi.

In questo esempio vedi due maniere di enumerazioni, l'una fatta dal primo que ed ef, l'altra annunziata dall' ultimo que. La prima non offre difficoltà: Est tibi animus rerumque prudens et rectus, hai animo approvveduto e retto. Ma nella seconda mostransi pur due addiettivi simili, secundis, dubiis che pajonti le due parole dinumerate. Ma va alrimenti. Non quegli stessi tempi son prosperevoli o dubbiosi. Vi ha un temporibus taciuto, e si è quello di dubiis.

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