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dice, che vogliano su loro ripetere l'innocente esperimento, e si convinceranno anche una volta della prima e non ultima menzogna della Omiopatia! Fra gli oppositori di Hahnemann pochi hanno avuto l'impudenza, e diciamolo pure la dabbenaggine di negare gli effetti dinamici dei rimedi sull' animale economia. Secondo l' Anonimo Professore la China è affatto indifferente (l'innocente esperimento) ed in tal caso perchè non si curano le periodiche, e le perniciose coll'acqua semplice? E se la China ha invece un azione dinamica potente, energica, attiva, capace di rianimare la vita quando è nell' estremo pericolo, come avviene nelle perniciose, questa azione come non è risentita dall'uomo sano allorchè sia presa a forti e ripetute dosi? (') Se diamo un forte emetico, un purgante ec., ad uomo che goda perfetta salute, ne avremo il vomito, le dejezioni alvine ec., e come mo la China, medicamento si eroico non produce niente! La ragione naturale ci porta a credere che tanta maggiore attività e possanza debba essa avere, quanto i morbi che è capace di vincere sono più gravi e pericolosi. Il solo dubbio può nascere intorno la qualità dei fenomeni che questo farmaco produce sull'umano organismo, lo che può solamente decidersi coll' esperimento sull' uomo sano, il quale ci dà per risultato essere gli effetti della China simili a quelli che si osservano nelle febbri prodotte dal miasma palustre, ed è una vera sciocchezza negare questo fatto; imperocchè non è ammissibile da uomo ragionevole che Hahnemann abbia potuto travedere una legge naturale su cui poi ha fondato il suo sistema medico, il quale ad onta di tutte le possibili opposizioni si fa stimare e rispettare, con un esperimento falso ed insussistente. Ecco dei fatti e delle autorità che faranno vedere se Hahnemann sia un mentitore. Il Professore Ottaviani volendo conoscere se la China avesse azione eccitante o deprimente () (vigente allora il sistema Tomassi

(*) L'esperimento sull'uomo sano si è fatto da Hahnemann con dosi assai maggiori di quelle ch'egli ha dovuto amministrare agli infermi, sia perchè in questo caso non viene applicato il principio dei simili, sia perchè la sensibilità nell'uomo sano è assai minore che nello stato di malattia.

(2) V. Giornale di Med. Omiop. compilato dal D." Placci V. 5. p. 115.

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niano) consigliò i suoi discepoli a prendere con se una certa dose di un preparato di China: notò fra i primi sintomi prodotti da questo farmaco un abbassamento di temperatura e lentezza dei polsi, la giudicò senz' altro deprimente, e l'esperimento non fu più ripetuto pel disturbo più o meno grave che ciascuno ne risentì. Un altro fatto che è a me noto è il seguente. Un mio cognato Maggiore in Artiglieria, duro quanto i suoi cannoni, che non ha mai avuto una febbre, che cura un reuma del petto col vino caldo che abbia bollito con entro il garofano, la salvia il rosmarino ec. Che fa una passeggiata da Civitavecchia a Roma (50 miglia) facendo il giro di tutta la parentela appena arrivato, come se fosse partito dalla Villa Borghese ec. visitò in Civitavecchia stessa, alcuni anni sono, un suo Uffiziale infermo per febbri di periodo, il quale gli dice che non poteva tollerare la grande amarezza di una soluzione di preparato di China prescrittagli dal medico. Egli ne prende una boccata per saggiarla, sente il forte amaro del liquido, che in parte deglutisce. Poco dopo si congeda dall' amico e si dirige verso la propria abitazione; nella strada è preso da forte dolore di capo, da malessere che sempre aumentando, ed unendosi a brividi ed a sussulti, seguiti poi da sete e da calore, l'obbligarono a mettersi in letto; in una parola egli sostiene che la China gli produsse degli effetti che mai avea in se sperimentati. Ma lasciamo da parte i fatti particolari che possono sfuggire alla medica erudizione. Io citerò quelli registrati nei pubblici giornali ed in opere mediche, che non possono essere disconosciuti da chi si occupa di questa scienza. Merat membro della Accademia di Parigi dice che la China produce sintomi febbrili ('). Lo stesso confermano Bretonneau (*) Aubert (3) Trousseau (*) Withmann (") e il Marsigliese Briquet (6).

(') Direction Univers. de Mat. medic. t. 2. pag. 419.

(2) Journal de connaiss. med. chir. t. 1. p. 136.

(*) Rev. medic. 1840.

(*) Id. pag. 310.

(5) Il Solfato di Chin. studiato nella sua azione medic. Mayence 1827.

(6) Du quinquina, pag. 118.

Chevalier poi in un lavoro presentato all'accademia delle scienze di Parigi a di 7 Ottobre 1850 riferisce che Zinner fabbricatore di solfato di chinina a Francoforte ha riconosciuto che gli operai che polverizzano la China soffrono di una febbre, che egli giustamente chiama febbre chinica. Venga ora l'Opponente a ripeterci che Hahnemann è un mentitore, e gli diremo che le sue mediche cognizioni sono restate là dove erano quando incominciò il corso dei medici studi, e che la sua logica va sempre di pari passo, e ci riporta costantemente al qui nimis probat nihil probat. Ed è veramente singolare che mentre egli stabilisce l'esperienza ed il raziocinio come fondamenti della medicina, solo poi per ironìa consiglia gli uomini di buona fede a ripetere l'innocente esperimento; ma in un'affare di tanto interesse bisogna convincersi col esperimento proprio; giacchè al dire di Orazio

Segnius irritant animos demissa per aurem,

Quam quae sunt oculis subjecta fidelibus, et quae
Ipse sibi tradit spectator

Sperimenti dunque sopra se stesso ripetutamente ed imparzialmente, e vedrà allora quali siano gli effetti della China. Oculo lynceo, così il Macoppe (') repetitis duodecies experimentis effectus pondera, ut nec temere laudes, nec impie vituperes (2) Siamo veramente al caso; perchè è una vera empietà il tacciare di mentitore un uomo, cui al dire del nostro chiarissimo Maggiorani (per citare un' autorità non sospetta) (3) per gli esperimenti dei farmachi fatti sopra se stesso, l'umanità devegli eterna riconoscenza. Sì certamente, mentre questo sommo maestro,

(') La politica del med. Aforismi.

(*) Uno dei più valenti oppositori dell'Omiopatia fu il Pr. Jörg di Lipsia. Egli credendo cogliere in falso Hahnemann volle sperimentare gli effetti dei rimedi sopra se stesso. Gli effetti furono per lui sorprendenti, avendo ottenuto risultati alle ricevute opinioni contrarissimi. Appena un solo rimedio rincontrò di cui siano conosciute le reali proprietà. Il più notevole di tali esperimenti si fu, che essi confermavano pienamente le dottrine che con quelli credeva abbattere V. Simpson. A pratical vieu of homoeopathy London 1836 p. III.

(*) Allorchè suppliva nella Romana Università alle lezioni di Terapia nel 1837-38.

per interesse della scienza, e per amore della umanità sofferente, si è fatto martire, soffrendo egli stesso per molti anni gli effetti molesti, tormentosi, e pericolosi che i farmachi in lui producevano; cosa inaudita nella storia della medicina, e che farà l'ammirazione di tutti i savi della presente, e delle future età. È per questo che gli sono stati scritti elogi storici (') e poemi, e gli sono state innalzate statue, fra le quali quella metallica colossale in Köethen costruita sul Campidoglio. (') Ed egli stesso vivente, nella sua già veneranda età di 74 anni, ricorrendo il cinquantesimo anniversario della sua dottoratura, vide incoronare il suo busto scolpito in marmo con aurea corona, nelle cui lunghe liste leggevansi i nomi di tutti i medici e distintissimi personaggi che aveano contribuito a quel meritato onore. (*) Auguriamo ben volentieri anche all'Anonimo Professore simili corone; ma sia pur certo che la via ch' egli percorre ne lo tiene assai lontano; giacchè le sue antiomiopatie sono veri antidoti di tali onorificenze.

Intanto lo stesso Opponente ci dice che Hahnemann bandi dal tripode la nuova scoperta, cioè la legge dei simili, ed in nota soggiunge ignorando che Erodico di Salimbria anteriore ad Ippocrate, e quindi Lionardo di Capoa ne erano stati caldi propugnatori, e noi aggiungiamo ch'egli nega questa legge ignorando, che fu stabilita da Ippocrate come la migliore guida per le indicazioni curative, con queste precise parole: Optimum quidem fuerit sic curare aegrotos per ea, quae morbos faciunt (*) e ciò che è ottimo, optimum quidem, non solo è prefe

(') V. Elogio storico di Samuele Anemanno del D. F. Romano. Napoli 1845 - Il Poema latino intitolato Hahnemannus, sive de Homoeopathia. Guanciale—Id. tradotto in versi italiani dal D. Ortensio.

(*) Sul modello in gesso, lavoro dello scultore Steinhäuser il D.' Archeologo Emilio Braun ritrasse col processo della galvano-plastica la statua in metallo, avendo la sua officina sulla Rupe Tarpea.

(*) Fra questi eranvi i Duchi regnanti di Köethen, i quali onorarono la festa di loro presenza, e ricchi doni, e lettere onorevolissime da loro scritte diedero ad Hahnemann; ed in memoria di sì fausto giorno fu coniata, a spese dei di lui discepoli ed amici, una medaglia d'oro coll'effigie del grande maestro, e con l'epigrafe Similia similibus curantur. (*) De locis in homine.

ribile al pessimo, ed al cattivo; ma ancora al mediocre ed al buono. Dunque Hahnneman coll'avere rivendicata la verità di questa legge, e colla scoperta della generale applicazione di questo principio, mediente l'eroico esperimento dei farmachi sull'uomo sano, ha portato nella medicina quel perfezionamento che Ippocrate vide potersi conseguire colla applicazione della detta massima fondamentale di Terapia. Dovrei io qui aggiungere tutti i fatti e le autorità che in sostegno di questo stesso principio sono stati riferiti dallo stesso Hahnemann, e dai suoi seguaci, ed attestati non solo da Erodico e da Lionardo; ma ancora da Democrito, dallo stesso Ippocrate, da Galeno, da Sthal, da Paracelso, da Baglivi, da Sthork, da Villis, da G. P. Frank, da Ramazzini, da Heer, da Roques, da Scopuli, da Rasori, e da cento altri medici scrittori; non essendo però mio intendimento di dare una completa dimostrazione della Omiopatia, ne prescelgo alcuni che sono essi soli sufficentissimi a rendere evidente la nostra tesi, rimettendo i lettori che bramassero avere su tale argomento maggiori cognizioni alla lettura dell'ORGano dell'arte di GUARIRE DI SAMUELE HAHNEMANN, dei giornali che si occupano di questa scienza, e della indicata mia opera; intanto che io rispondo all'Anonimo Professore, il quale colla sua solita non dirò franchezza, ma sfrontatezza ci pianta invece come sicuro canone terapeutico la legge di opposizione. Per i buoni Allopatici, ei dice (p. 24) i frigidi rimedi correggono le malattie calide, od inflammatorie, ed i calidi vincono le infermità d'indole frigida o d'ipostenia, e menano sicuri, e tranquilli sopra il vecchio assioma. Bisognerebbe non avere mai letto un libro di medicina, non avere mai esercitato, nè veduto esercitare l'arte medica per tenersi paghi di quanto l'Opponente bonariamente asserisce. E le eterne questioni non solo sulle mediche teorie, ma sulle scienze le più importanti, quali sono la Terapia e la Materia medica? E l'incertezza degli effetti dei mezzi farmaceutici, manifesta nella moltiplicità, e nelle miscele le più assurde con cui si compongono le ricette? E gl'infelici risultati della comune pratica? E quel tutto insieme di disordine e di caos che regna nella medicina, e che fece dire al sommo Sydhenam Quae

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