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CAPITOLO III.

I PROCESSI CIVILI

Gli animali dannosi all' agricoltura - Bruchi, sanguisughe, cavallette, talpe, sorci — Dio o Satana — Preghiere, litanie, processioni e acqua santa Scongiuri, maledizioni e scomuniche Le mosche di Froigny Sant' Agricolo e le cicogne - I serpenti ad Aix-les-Bains Carlomagno e le talpe

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L'acqua

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di San Grato in Val d'Aosta - I contadini Abruzzesi e la peronospora-La sentenza di scomunica: fiat, fiat, fiat!procuratori e gli avvocati degli insetti - Gl' insetti citati a comparire personalmente - Le sanguisughe all' udienza Memorie, comparse, perizié, accessi giudizialı-I monitorii -B. Chassanée, presidente del Parlamento di Provenza, difensore dei sorci Guerrazzi nella "Beatrice Cenci e i giuristi medioevali-Il processo ai bruchi in Savoia-S. E. il generale Menabrea - Le locuste processate in Ispagna-I delfini nel porto di Marsiglia - Le tortorelle scomunicate nel Canadà - Il formulario di Bally—Oggi, non più processi — Le pulci a Bar-surSeine- Una nube di formiche a Strasburgo- Una pioggia di rospi-Le cavallette in Italia - Crispi e la guerra all' insettoDai processi di scomunica, ai regolamenti sulla fillossera.

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Ed ora passiamo ai processi civili.

Voi già sapete di quali processi io intenda parlare, di quelli cioè che s'intentavano agli animali devastanti i vigneti, ammorbanti l'aria, infestanti i laghi (insetti, bruchi, cavallette, talpe, sorci, ecc.).

L'origine di questi processi si perde nella notte del medioevo.

D'Addosio

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Quando l'ascetica umanità, assorta nella buddistica e apatica contemplazione delle proprie sventure, invece di pensare a porvi rimedio colla propria operosità ed energia, preferiva ricorrere a un intervento soprannaturale e demoniaco per spiegare flagelli, che si producono naturalmente; quando, cioè, gli uomini poltroni credevano che tutti i loro mali li mandasse Dio, in punizione delle loro peccata, o Satana, per spirito pravo di malvagità, e tutto aspettavano dal Cielo, che dalle calamità poteva liberarli; quando la Chiesa regnava sovrana e i vescovi strapotevano sulle coscienze, e la condizione economica delle popolazioni era miserrima; quando la maggior parte delle terre era incolta, e la distruzione di un raccolto, la perdita di un'annata di lavoro campestre era un enorme e terribile flagello, si capisce facilmente come gli uomini, per liberarsi da animali microscopici, e perciò tanto più terribili, che invadevano i campi e i vigneti, incominciassero col ricorrere a Dio e ai suoi rappresentanti sulla terra.

Questi ministri di Dio, questi santi intermediarii, prima pregano il Signore, come fece il Beato Pruminio, che con le sue ardenti orazioni liberò l'isola di San Marco, presso Costanza, da una moltitudine di vermi che divoravano tutto; poi-quando il sentimento religioso comincia a inquinarsi e a corrompersi-appoggiandosi al linguaggio simbolico dei libri sacri, di cui non si comprende più il significato riposto e poetico, maledicono gl'insetti, per finire addirittura con lo scomunicarli.

Infatti, nei sacri testi, gli esempi di maledizione ab

bondano. Dio maledisse il serpente, quando esclamò: « Quia fecisti hor, maledictus es inter omnia animantia et bestias terrae ». Maledisse la Terra, quando, indirizzandosi ad Adamo disobbediente, pronunziò queste parole: «Maledicta terra in opere tuo ». E Gesù, ritornando dalla Betania, non maledisse il fico sterile, le cui foglie si disseccarono immantinenti? E gli Apostoli non usarono formole e scongiuri contro i serpenti e gli animali dannosi?

Nè è tutto. I libri sacri dicono anche chiaramente in vari punti come Iddio spesso mandi gli animali nocivi, per punire gli uomini perversi. « Seguite i miei precetti - disse il Signore al popolo ingrato— e la terra feconderà i vostri semi e gli alberi si covriranno di frutti e io allontanerò le bestie nocive, et ego auferam malas bestias. Che se voi disprezzerete i miei consigli, gli alberi resteranno sterili, e io vi manderò le bestie di campagna, che consumeranno voi e i vostri armenti. Immittamque in vos bestias agri, quae consumant vos et pecora vestra (Levitico XXVII) ».

E nel Deuteronomio: « Tu seminerai molto e raccoglierai poco, perchè le cavallette divoreranno tutto, locustae devorabunt omnia. Tu pianterai la vigna, e non ne raccoglierai niente, perchè essa sarà devastata. dai vermi « vastabilur vermis ».

Inoltre, le dieci piaghe d'Egitto non consistettero, quasi tutte, in una invasione di miriadi d'insetti nocivi ?

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È naturale, quindi, che gli uomini del medioevo, quando si credono colpiti dalla collera celeste, ri

corrano pentiti e sottomessi alla Chiesa, rappresentante di Dio sulla terra, perchè faccia cessare il flagello e allontani da loro gli effetti terribilmente dannosi di quella collera.

Giacomo Eveillon, canonico della Chiesa di Angers, nel suo Traité des Excommunications et Monitoires, (Rouen, 1712, tom. II, pag. 436-449) dice che con lo scongiuro pronunziato contro gli insetti o altri animali, noi o c'indirizziamo a Dio, che per la sua giustizia ordina che questi bruti facciano il male che fanno; o al Demonio, che, in effetto dell' odio che egli ha contro gli uomini, suscita tutti questi mali e dà il movimento e l'azione a questi animali perchè facciano le devastazioni che fanno. Lo scongiuro si fa a Dio, supplicandolo di far cessare il male: si fa al Diavolo, comandandogli in nome di Dio, e in virtù della potenza data alla Chiesa, d'allontanarsi dal corpo di questi animali e di desistere di applicarli a far male.

La Chiesa prima ordina delle pubbliche preghiere, delle pubbliche processioni; poi, se vede che ciò non ostante il flagello continua, allora, fatta certa che questo non deve imputarsi alla collera divina, ma alla potenza malefica di Satana, maledice senz'altro gli animali danneggianti.

Così vediamo che San Bernardo, come assicura il suo discepolo e biografo Guglielmo, abbate di San Teodorico di Reims, maledice delle mosche, le quali avevano invaso la Chiesa dell'abbazia di Froigny, producendo un terribile brusio e impedendo ai fedeli di raccogliersi a pregare. Non appena il Santo

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l'ebbe maledette, esse caddero morte a terra in si grande quantità, che covrirono tutto il pavimento e si fu obbligati a cacciarle fuori del tempio con le pale. Questo miracolo-conclude Guglielmo - fece tanto strepito, che la maledizione delle mosche di Froigny divenne proverbiale.

Similmente, nel 666, Sant' Agricolo, vescovo di Avignone, maledisse le cicogne, che, come immensa tempesta, avevano invaso la città e i campi, e di esse liberò con tal mezzo il territorio. Donde venne che la Città di Avignone diede a Sant'Agricolo per simbolo la Cicogna, in ricordo del prodigio da lui operato.

Cosi Sant' Ugo, vescovo di Grenoble, nel nono secolo, trovandosi ad Aix-les-Bains, scagliò una maledizione contro i serpenti che infestavano quella piccola città; e da quel momento il morso di quei rettili cessò di essere velenoso.

Nello stesso modo San Grato, che occupava il seggio episcopale di Aosta, sotto il regno di Carlomagno, liberò la vallata dalle talpe. La formola, con cui egli scagliò il suo esorcismo, fu celebre e popolare nel medioevo. Con questa formola egli benedisse l'acqua, e la benedisse in maniera che, lanciata sui vigneti, sulle messi, sulle abitazioni rustiche ed urbane, le rendeva libere contro les embûches de Satan. « Je t'adjure, créature eau, je t' adjure par le Dieu vivant, par le Dieu saint, par celui qui, au commencement, t'a separée de la matière aride, par le Dicu vrai qui t'

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