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al contrario, epoca in cui più che mai si puniscono e processano gli animali, si ebbe invece, specialmente quando si stabili il regime feudale, l'annientamento del potere monarchico statale, e la distruzione dell' unità sociale, a profitto di miriadi di giurisdizioni, che frazionavano il territorio, e che, in mancanza di un'unica forza moderatrice, vivevano isolate e indipendenti l'una dall' altra.

Ad ogni modo, il prof. Lessona non si ferma a queste due prime ragioni; egli, forse non ben convinto della evidenza e della efficacia di esse, ne trova altre, ed osserva che forse si processò il bruto che aveva offeso l'uomo, perchè la vendetta dell'offeso non si rivolgesse contro il padrone dell' animale offensore, in tempi in cui una logica errata convertiva nella idea popolare il reato del bruto in reato dell'uomo; si puniva insomma l'animale colpevole per salvare il padrone innocente.

Ma io osservo che il sentimento di reazione contro il padrone dell' animale si poteva sviluppare sol quando vi fosse stata negligenza da parte di lui. Or bene, in tal caso, il padrone negligente, nei tempi antichi, come prescrive appunto l' Esodo, era messo a morte assieme all'animale omicida; e nel medioevo, a prescindere dalla pena inflitta all'animale, era punito direttamente della negligenza e spesso condannato al pagamento di una multa.

Anzi fu canone generalmente ammesso nei tempi

di mezzo, che se l'animale, il quale aveva commesso il delitto, era di sua natura malvagio e feroce, e il padrone lo sapeva, quest' ultimo, a causa della sua negligenza, non poteva escire di responsabilità abbandonando sic et simpliciter alla giustizia l'animale; se invece l'animale era stato sempre mansueto e docile, così che « alias nocere non consueverat », in tal caso l'animale solo era punibile, ma il padrone era esente da ogni responsabilità. Damhouderio, Carpzovio e tanti altri non dicono diversamente di così.

Ma proseguiamo. Il prof. Lessona si domanda ancora: «Gli animali furon forse puniti perchè ritenuti responsabili dei loro atti?» Al che egli risponde prima col dire che la cosa può essere, che non v'è nulla di strano, e poi con l'affermare che gli animali furon puniti non perchè ritenuti responsabili, ma perchè dannosi: « non per la responsabilità morale che piace tanto ad alcuni penalisti, ma pel criterio positivo del danno da essi arrecato ».

Il professor Lessona, convinto che sempre est melius abundare quam etc., finisce con l'avanzare il dubbio che forse si punirono i bruti per ammonire le altre bestie a non imitarli, e che in ogni modo il simbolismo spiega benissimo questi processi, destinati forse ad ammonire gli uomini.

Ora io credo che questo vagare irresoluto da una spiegazione all'altra, dall'uno all'altro motivo, senza fermarsi specialmente su nessuno, senza dar mostra di esser convinto della verità di nessuno di essi, non sia il miglior metodo per assodare con certezza la ragione vera, unica, comprensiva di questi processi.

D'Addos io

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A me sembra che se questi valorosi che mi hanno preceduto si fossero preoccupati del fenomeno, cui ho già accennato varie volte, di quel fenomeno dello spirito umano, che si verifica sempre quando l'umanità è bambina, rozza ed ingenua, per cui l'animale viene assimilato all'uomo, e completamente parificato a lui nei dritti e nei doveri, nella coscienza e nella responsabilità, essi avrebbero potuto spiegare tutto con chiarezza, e non sarebbero stati costretti a ricorrere ad argomentazioni sottili e stiracchiate, le quali, anzichè sbrogliare l'arruffata matassa, ne fanno addirittura perdere il bandolo.

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La mia opinione adunque, che verrò giustificando e confortando nei capitoli seguenti, e che per ora enuncio soltanto, è questa: nel medioevo si punì l'animale perchè lo si ritenne in certo modo conscio delle sue azioni, in certo modo libero, in certo modo responsabile.

CAPITOLO VII.

LA STORIA DELLE BESTIE

È scritta, assodata, divisa in periodi - La leggenda degli animali - Leggenda animistica e divina nel periodo barbaro e preistorico Leggenda dei mostri, demonologica, umana nell'età eroica e nell' antica - Leggenda umana, demonologica, magica nel medioevo.

L'uomo preistorico e la lotta con gli animali I mostri L'antichità classica― Aristotile, Plinio, gli Stoici - Pitagora e la metempsicosi—L'Asino d'Oro d'Apulejo- I Dialoghi di Lucia- Boezio e Sant'Agostino - Circe - Nabuccodonosor-La

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teogonia greca I Cinesi e il cane - L'anima delle Bestie e Salomone L'intelligenza dell'animale

- L'ippopotamo e il salasso-Gli elefanti che pregano-Il coccodrillo e la vecchia Un epigramma greco scritto da un elefante - Un asino poeta Gli animali divinizzati.

Il medioevo

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La leggenda risorge

Il poverello di Assisi - Gli animali nel ciclo religioso e profano Nei romanzi cavallereschi, nell'Araldica —I Tesori, i Bestiarii, i Volucrarii- - Satana nel bruto-Mefistofele e il can barbone-Zoologia diabolica - Il Diavolo di Arturo Graf — Gli ossessi― Col seicento la leggenda finisce - La scienza uccide la leggenda.

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Certo coloro che mi leggono sono persone colte ed istruite, che sanno sulla punta delle dita la Storia. Però è la storia degli uomini quella ch'essi profondamente conoscono, e io scommetterei che, tranne pochi, nessuno conosce con l'eguale profondità un'altra storia, non meno interessante,

non

meno istruttiva, non meno variata, la Storia delle Bestie.

Parlo sul serio, proprio sul serio. Oggi la Storia delle Bestie non è più campata in aria; essa è stata scritta, assodata, divisa in periodi; essa ha date, capitoli e paragrafi. Il suo studio è oltremodo proficuo, essendo essa un capitolo curioso e bizzarro della storia dello spirito umano. Come lo spirito umano muta, la storia delle bestie muta pur essa. L'animale moderno, cioè l'animale quale è considerato ai nostri giorni, è figlio dello spirito moderno. Il che significa che l'animale non è stato sempre tenuto nel conto in cui oggi è tenuto. Il concetto, la nozione dell'animale, quale oggi ce la siam formata, non va oltre i due secoli. « L'abisso immenso scavato fra l'uomo e l'animale dice il Lacassagne-ri

monta al secolo scorso ».

Prima, e di questo bisogna ben persuadersi, l'animale fu considerato molto diversamente, e ben altrimenti stimato dall' uomo.

La storia o leggenda degli animali, chiamatela come volete, vi dicevo che dalla scienza moderna è stata divisa in periodi: ebbene, quali siano questi periodi, queste epoche, queste fasi principali ve lo rivela con mirabile precisione il chiaro professor Filippo Masci dell' Università di Napoli in una memoria, La leggenda degli animali, letta al Circolo Filologico di Napoli il 9 aprile 1888, e da cui spigolo parecchie notizie di questo capitolo.

La leggenda degli animali fu animistica e divina nel periodo barbaro e preistorico; fu leggenda dei mostri,

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