Opere (ed. per A. Gussalli).

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Page 108 - L'armi, qua l'armi: io solo Combatterò, procomberò sol io. Dammi, o ciel, che sia foco Agl'italici petti il sangue mio.
Page 109 - Nil habet infelix paupertas durius in se quam quod ridiculos homines facit. "Exeat...
Page 108 - L'itala moglie a barbaro soldato; Non predar, non guastar cittadi e colti L'asta inimica e il peregrin furore; Non degl'itali ingegni Tratte l'opre divine a miseranda Schiavitude oltre l'alpe, e non de...
Page 108 - L'itala gioventude? O numi, o numi: Pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, Non per li patrii lidi e per la pia Consorte ei figli cari, Ma da nemici altrui Per altra gente, e non può dir morendo: Alma terra uatia, La vita che mi desti ecco ti rendo.
Page 108 - Un fluttuar di fanti e di cavalli, E fumo e polve, e luccicar di spade Come tra nebbia lampi.
Page 135 - L'acerbo vero, i ciechi Destini investigar delle mortali E dell'eterne cose; a che prodotta, A che d'affanni e di miserie carca L'umana stirpe; a quale ultimo intento Lei spinga il fato e la natura; a cui Tanto nostro dolor diletti o giovi: Con quali ordini e leggi a che si volva Questo arcano universo ; il qual di lode Colmano i saggi, io d'ammirar son pago.
Page 109 - Giordani (I) — ed utilissimo dopo Dante tra tutti i poeti mi pare il Parini; che si creò la materia, si creò lo stile; fece in poche pagine la più bella gesta che far si possa in poesia, vendicando la virtù dalla fortuna, trasportando il ridicolo dalla povertà alla ricchezza...
Page 76 - ... è rimasto altra speranza che dì rivederlo in paradiso. E di questo n'ha mostro segno Iddio , per la felicissima morte che ha fatto, che più assai che 'I morire gli è rincresciuto lasciarmi in questo mondo traditore con tanti affanni , benchè la maggior parte di me n' è ita seco, nè mi rimane altro che una infinita miseria; e mi vi raccomando.
Page 195 - E si guardi che s'egli variamente lusingò i simulacri girati in alto dalla fortunevole 17 ruota; non però mai falsò le massime, non raccomandò l'errore, non adorò i vizi trionfanti, non mancò di riverenza alle virtù sfortunate; sempre amò e desiderò che il vero, il buono, l'utile, il coraggio, la scienza, la prosperità, la gloria fossero patrimonio di nostra madre Italia.
Page 101 - Cavalca : e quanto vaglia una profonda e veramente filosofica arte, nel condurre come in ordinanza stretta i pensieri, e dalla destrissima collocazione delle parole ottenere chiarezza lucidissima, senza mai niuna ambiguità, e nobile e grato temperamento di suoni ; ce lo mostrò...

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