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e ab intestato. Un tal sistema s'applicò a tutte le persone che dovevano profittare del benefizio della bon. poss. tanto agli heredes, cioè agli eredi civili, quanto a coloro che non erano rivestiti di questa qualità, ed ai quali accordava la bon. poss., se volevano chiederla. Determinò ad un tempo, e prescrisse lo spazio nel quale doveva chiedersi, sotto pena di decadervi (4).

§. 651. B. Diverse specie
di bonorum possessio.

L'espressione bonorum possessio, relativamente ai beni lasciati dal defunto, comprende nel generale significato due specie di casi essenzialmente distinti. Nell' uno, s' acquista, sotto il nome di bonorum possessio, un vero diritto di successione (ma soltanto pretorio), che potrebbe dirsi la bonor. poss. nel suo vero significato; nell' altro, il diritto di successione è incerto e non si acquista, per l'immissione del pretore, che il possesso provvisorio e il diritto di detrarre dai beni gli alimenti (missio in possessionem bonorum defuncti) (2). Noi non parleremo qui che della bon. poss. nel vero significato. Si divide

essa:

chiedere interpretandone lo spirito; quisizione e il decreto particolare del ina allora si richiede sempre la inpretore che la conferisce (3). La bon. poss. edittale è la regola, la decretale è l'eccezione.

2. Relativamente agli eredi civili, l'heres non ne ha bisogno per diveessa è sempre utilis, vale a dire che nire erede; ma quando la domanda, egli ne acquista i benefizj, in specie l'interdetto quorum bonorum (4). Per lo contrario, relativamente ai non chiamati dall'Editto del pretore, essa è necessaria, cioè a dire che senza di lei non possono essi succedere.

desi ancora in bon. poss. cum re s. 3. Finalmente, la bon. poss. divicum effectu e in bon. poss. sine re s. sine effectu: la prima è quella in cui l' erede pretorio, che l'ha chiesta, ha luogo allorquando questa succesconserva la successione; la seconda sione gli è nuovamente tolta da un erede civile più prossimo (5).

§. 652. C. Dell'ordine della successione nella bonorum possessio.

dine seguente (6):
La bon. poss. veniva deferita coll'or-

(sui) e degli emancipati, che sarebbero stati sui senza l'emancipazione, omessi nel testamento paterno (7).

1. In primo luogo veniva la bon. 1. In edictalis e in decretalis. Ecupationem in favore degli eredi suoi poss. contra tabulas s. contra nunedittale quando vien deferita ad alcuno secondo le parole dell' Editto, e quando può semplicemente chiedersi per l'Editto, senza bisogno nè d'inquisizione (causæ cognizio) nè di decreto. È, al contrario, decretale quando qualcuno non chiamato per le parole dell' Editto, crede nullameno poterla

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suoi nè emancipati, la bon. poss. si 2. Se non erano omessi nè eredi deferiva secundum (juxta, adversus) tabulas s. nuncupationem, a tenore di un testamento valido non solo per

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D.

4.

(4) Fr. 2, §. 21, D. XXXVIII, 17.

(7) §. 3, J. III, 9, (10). - Dig. XXXVII,
Cod. VI, 12.

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SEZIONE SECONDA

Della delazione della successione.

CAPITOLO PRIMO

Ordine della successione ab intestato (1).

TITOLO PRIMO

Principj generali del diritto giustinianeo.

§. 653. I. Quando la successione si valido in principio, diviene invalido

deferisce ab intestato.

L'ordine di successione ab intestato generalmente non s'apre, che nel caso in cui non vi sia erede testamentario, o quando manchi pur la speranza ch'egli sia per esservi (2). Quindi:

1. Quando il defunto non ha fatto testamento.

2. Quando il testamento è nullo da principio.

3. Quando il testamento, per quanto

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(1) Fonti dell'antico diritto: Gajo, III, 1-31.- Epit. Gajo, II, 8. - Ulpiano, XXVI, e Paul., IV, 8-10. Coll. legg. Mos. et Rom. XVI. - Cod. Teod. V, 1. - Ist. III, 1-6. D. XXXVIII, 16, 17. Cod. VI, 55-59. Quanto al diritto nuovo particolarmente Nov. 118. - Nov. 127, pr. e c. 1. Bibliografia: Doneau, Comm. jur. civ. XI, 1-4. - V. Foster, De hæreditatibus, quæ ab intestato deferuntur. Colon. 1594. Arnoldo Rotger. Apodictica demonstrationes, vol. I, lib. 1, De successione legittima secus. Nov. 118. Lugd. Bat. 1727.

J. Ranchin. Tract. de successione ab intestato: in Meermann. Thes. t. III, p. 191. - S. Stryck, Tract. de succ. ab int.

in appresso, e il pretore non poteva neppur deferire la bon. poss. secundum tabulas (3).

4. Nel primo e secondo caso, l'ordine di successione ab intestato si apre al momento della morte del defunto; nel terzo caso, al contrario, bisogna distinguere se il testamento diviene invalido innanzi o dopo la morte del defunto. Se innanzi la morte, l'ordine di successione intestata s'apre al momento della morte; se dopo, la successione non s'apre che al mo

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mento in cui è certo che niun ere

4. I figli illegittimi legittimati in de testamentario è chiamato a suc-appresso, sono alla pari dei legitticedere (1).

§. 654. Del diritto a succedere. A. Della sua causa.

La capacità a succedere ab intestato o il diritto in abstracto a succedere ab intestato, supponendo la esistenza della capacità generale a succedere, si basa, per diritto romano giustinianeo (2):

A. Principalmente nella parentela di sangue col defunto, senza far distinzione fra cognazione e agnazione (3). Ma in generale, la parentela deve esser legittima. Quanto ai figli illegittimi:

1. Gl'incestuosi sono incapaci a succedere al padre e parenti paterni, alla madre e parenti materni, i quali pure, non succedono a questi figli incestuosi (4).

2. Gli adulterini e i bastardi (adulterini spurii et vulgo quæsiti) succedono, come i figli legittimi, alla madre loro e parenti di lei, la quale e i quali succedon loro del pari (5). 3. I figli naturales si ammettono egualmente alla successione della lor madre e parenti di lei, come i figli legittimi, e a questi succedono reciprocamente madre e parenti; ma non divengono per regola eredi del padre loro e dei parenti di lui, se non quando manca moglie e figli legittimi; la legge accorda loro in tal caso la sesta parte della successione da dividersi colla lor madre (6).

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mi (7).

5. Í nati da matrimonio putativo, succedono al padre e madre e parenti loro come i legittimi; ma quegli solo tra' parenti del padre e della madre che era in buona fede, è ammesso alla successione dei figli.

6. Infine, è da osservarsi che in tutta la linea della parentela naturale non può esister persona capace a succedere tra il defunto e l'erede.

B. L'adozione è base egualmente alla successione ab intestato; ciò avviene nel modo che appresso:

4. Gli arrogati e i dati in adozione al loro ascendente naturale succedono al padre loro adottivo e agli agnati di lui, e reciprocamente questi a quelli succedono (8); ma non si ammettono alla successione della moglie del padre adottivo nè a quella dei parenti di lei (9).

2. I figli dati in adozione ad altra persona (extraneo) son capaci a succedere al padre loro adottivo, ma questi non succede loro più di quello ch'essi non sono ammessi alla eredità degli agnati di lui (10).

3. I figli adottati da una donna, ereditano dalla madre loro adottiva, ma non dai parenti di lei (11). La madre adottiva non succede loro, perchè non esiste fra loro parentela nè civile nè naturale. Quindi, la capacità a succedere, basata nell'adozione, presuppone che il legame dell'adozione sia esistito fino alla mor te del defunto (12); e così è da in

(7) Cost. 10, C. V, 27. - Nov. 89, c. 8; c. 9, §. 1. Nov. 74, c. 2. - Madihn, De legitime natorum portione legitima in successione cum legitimatis. Halæ 1755. G. P. Kohl, De successione ab intestato per rescr. légitimatorum exstantibus liberis legitime natis. Gætt. 1800. (8) §. 2, J. I, 11. Cost. 10, pr. §. 5, C. VIII, 48. §. 2, 14, J. III, 4. (9) Fr. 23, D. I, 7. (10) Cost. 10, §. 1, C. VIII, 48. (11) Cost. 5, C. ibid. (12) §. 11, J. III. 1.

tendersi la Novella 118, cioè, che i

A. Generalità.

figli adottati di qualunque specie la- §. 656. III. Ordine della successione. sciano la eredità ai loro genitori naturali, ai quali essi egualmente succedono (1). Ciò che è certo si è che l'adottato da un estraneo (ab extraneo) succede, come figlio, ai suoi genitori naturali, come innanzi la Novella; ma è disputa ancora se l'arrogato e il figlio adottato da un ascendente succedono al padre loro naturale come figlio nella 1. classe, o come semplice parente nella 4. classe.

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C. Finalmente, vi sono molte altre persone, che per motivi particolari e sotto certe condizioni, acquistano un diritto a succedere ab intestato ai beni del defunto.

§. 655. B. Dell' epoca in cui deve esistere la capacità a succedere.

La capacità a succedere ab intestato deve esistere per conto dell'erede al momento in cui è aperto l'ordine di successione, senza interruzione fino a quello in cui egli adisce l'eredità (2). Poco monta ch'egli sia nato o concepito soltanto all'epoca della delazione della successione; in fatto, il figlio concepito, se nasce uomo, vivo, vitale e in tempo utile, può far valere il suo diritto di successione, come s'ei fosse già nato all'epoca della morte della persona di cui reclama la eredità (3).

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Tutti coloro che hanno il diritto astratto di succedere ab intestato non succedono, alla morte del defunto, nel tempo istesso; la legge determina, fra loro, un certo ordine che dicesi ordine di successione in concreto (ordo succedendi). In una successione di parenti, quest' ordine si basa meno sulla prossimità del grado di parentela col defunto, che sulla specie di parentela fra lui ei suoi eredi; esso è fondato sulla discendenza, e ascendenza o parentela collaterale. Per dare un'idea più facile di quest' ordine di successione, si son divisi i parenti capaci a succedere ab intestato, in quattro classi (4). Nella prima classe succedono i discendenti del defunto, e senza distinzione di grado tutti i discendenti che non hanno nella loro stirpe, fra essi e il defunto, altro discendente intermedio vivente; nella seconda, gli ascendenti i più prossimi in grado, i fratelli e sorelle germane del defunto, e i figli dei fratelli e sorelle del defunto, morti innanzi di lui; nella terza i fratelli e sorelle unilaterali del defunto, non meno che i figli dei fratelli e sorelle unilaterali morti innanzi del defunto; nella quarta, gli altri parenti collaterali i più prossimi in grado, che non sono nella seconda nè nella terza classe, senza distinzione fra i germani e gli unilaterali (5).

nella Nov. 118; non nelle parole, di cui ella si serve, ma sibbene nel fatto.

(5) Di queste quattro classi sono stati composti i versi seguenti:

Descendens omnis succedite in ordine primo,
Ascendens propior, germanus, filius ejus,
Tune latere ex uno junctus quoque filius ejus,
Denique proximior reliquorum quisque super-

stes.

Talvolta si trovano intercalati i seguenti
versi fra il terzo ed il quarto :

Hi cuncti in stirpes succedunt, in capita autem
Juncti ascendentes fratrum proles quoque sola.

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