Quelle, che Iddio nell' Universo pose, Che in quefto baffo Mondo, o in altra Sfera, 570 575 580 585 590 Non è già la Natura: un' arte fina Ell' è, nafcofta all' ignoranza umana. Quello che cafo pare, è di un difegno L'effetto, o la cagion, benchè al tuo fguarde Il principio, e la fin reftin celati . 595 Quello che più ti offende, e ti commuove, Forma un perfetto accordo, il quale avanza 600 A difpetto dei fenfi, e dell' inganno, Che nella mente tua da lor proviene, D'uopo è, che tu concluda in questa guifa, 605 SOMMARIO DELLA SECONDA EPISTOLA. Della natura, e dello fiato dell' Uomo confiderato come Individuo, e relativamente a se stesso. Egli non è fatto per inveftigare le più profondt qualità della natura di Dio, ma per iftudiare fopra di fe. L' Uomo è un mifto di grandezza, e di baffezza, di lume, e di oscurità, di perfezioni, e d'imperfezioni, di forza, e di debolezza. Quanto egli fia limitato nelle fue cognizioni. Due principj delle noftre azioni, l'amor proprio, e la ragione. Tutti due fono neceffarj egualmente, benchè diverfiffimi tendono allo scopo medefimo. L' Uomo non può effer felice, fe non in quanto fa accordarli tra loro, e con tenerli dentro i loro giufti confini. Le paffioni fono modificazioni dell' amor proprio. Sono di una grande utilità all' Uomo in particolare ed alla focietà in generale. Non fi tratta di diftruggere le paffioni, ma di governarle, e di correggere le une col mezzo dell' altre. Della paffion dominante: Effa è neceffaria per far entrare gli Uomini nelle differenti vedute, che la Provvidenza ha fopra di loro, e per dare una maggior forza alle loro virtù, ed alle loro buone qualità. Mifto di vizj, e di virtù nella noftra natura confinano tra loro. La diftinzione de' loro limiti è ciò non oftante certa, ed evidente. Quale è l'ufizio della ragione. Quanto il vizio fia odiofo per fe fteffo, e quanto facilmente gli Uomini vi fi lafciano condurre. La Provvidenza fi ferve nientedimeno dei vizj, e delle paffioni, e delle imperfezioni dell' Uomo, per l'adempimento de i fuoi difegni, e per il ben generale della focietà. La Sapienza Divina è quella, che diftribuifce ai differenti ordini del Genere Umano alcune debolezze, che poffono chiamarfi felici, in quanto che da loro refulta la loro dependenza, la loro unione e la loro forza: Da ciò diviene, che vi fono delle paf fioni proprie a qualunque età a qualunque età, a qualunque ftato, a qualunque carattere . Così la Sapienza di Dio Spicca fino nelle imperfezioni dell' Uomo. EPISTOLA II. Mortal ortal, frena il tuo volo; omai desisti Di fcandagliare il pelago profondo Della Divina Immenfità; rivolgi Tutti fopra te folo i tuoi pensieri, E fin dentro al tuo cor con lor difcendi ; Forfe un' ozio tranquillo è il fuo deftino? D'effer fi crede un Nume, a cui non manchi Ogni pregio, e potere; or fotto il pefo Quafi, che un bel delirio.. Ei non l'ascolta? 25 Troppo di lei fi fida? ecco che nulla Sembra certo, e ficuro ai lumi fuoi: Caos di paffioni, e penfier vani Inftabile, leggiero, vacillante, Or folle, or faggio, e colla mente volto Il berfaglio riman: fenza cagione O fi affligge, o fi allegra, e col fuo core Or di tue doti, e di te fteffo fiero 30 35 45 Fiffa il peso dell' aria; ordina i giri 50 Degli Aftri, e de i Pianeti; entro l'ofcura Caligine de i tempi il guardo spingi. E fin del Sole alle fiammanti ruote E di ben governare apprenda l'arte 55 60 |