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PENSIERI

PER UNO SCRITTO SUI PROMESSI SPOSI

DI ALESSANDRO MANZONI.

(4825.)

1. Non ci era altro libro per il popolo che il Decamerone. È vero che Dante sentiva dal mulattiere e dal fabro cantare de' suoi versi : è vero che i gondolieri veneziani cantavano del Tasso. Ma questo prova che il popolo italiano non era indegno che si scrivesse per lui ma riman certo che Dante e il Tasso scrivendo ebbero l'intenzione a più alti lettori.

Il Boccaccio ebbe in mira il popolo; e popolarmente fu letto; con minor frutto perchè macchiò di licenza le giuste e ardite riprensioni colle quali castigò la potente ipocrisia.

2. Dominatore straniero e lontano, ignorante e crudele, superstizioso ed improvvido.

3. Gli Spagnuoli che dominavano l'Italia, non erano inferiori agl' Italiani di quel tempo. La filosofia di Galileo alzò gl' Italiani sovra gli altri ingegni: ma allora Galileo era tuttavia inteso da pochi; e oppresso dal volgo ignorante che avea la forza.

Un dominatore inferiore d'intelletto affligge forse più i dominati, per la indegnità; ma può meno corromperli. Gli Spagnuoli ci tormentarono; e ci cacciarono ad una bassezza la maggiore che mai. Il solo Carlo Emanuele valeva qualche cosa ec.

4. Aver espresso una religione che nessuno incredulo può deridere; una filosofia che nessun devoto può calunniare.

3. La migliore origine della religione è quell' affetto che ne fa cercare un protettore, un consolatore, un vendicatore invisibile,

costante amico: non quella che ci viene imposta e comandata da chi voglia dominare a nome d'un trapotentissimo invisibile.

6. Avere dato bellezza di poetico splendore a misteri cristiani: aver creato nuovo odio ad antichi rei di calamità italiane.

7. Lodato da Göthe, tradotto da Fauriel, riverito da principi, adorato da popoli.

8. Invidiabil è per quella sorte che gli è comune coll' avo materno; il quale se non ottenne col suo libro che i legislatori divenissero umani; certo ha conseguito che non possano più essere crudeli senza infamia e odio universale: così egli lascierà ai figli un nome amato ed esaltato tra i pochissimi ingegni benefattori del popolo italiano.

Aver voluto che le pene siano provvidenza di medicina, e non rabbia di vendetta.

9. Importa al governo d'avere un popolo abbastanza illuminato ; altrimenti non può ben governarlo. Giuseppe in Fiandra; Leopoldo in Toscana; ora la Spagna.

10. Anche la scena dell'ubbriacatura non è più indecente; perchè dee servire al popolo; e farlo vergognare. Si ubbriacano anche i ricchi; ma per fuggire la noia; i poveri per sopire il dolore.

11. Quando il popolo è imbevuto d' errori sforza anche i saggi a secondarlo; e talvolta pel gran peso di numerosi consenzienti li trae nel comune errore: come il Cardinale negli untori.

12. Come divinamente cogliona i gonfi e vanissimi editti di quegli orgogliosi ed inetti governatori; che minacciavano (inutilissimamente) i bravi; e lasciavan i potenti che li nutrivano e li assicuravano. Almeno Sisto V non la perdonò ai potenti.

13. Stupendissima l'ironia colla quale finisce il capo 3.

14. I Renzi e le Lucie non leggono. Non leggono? per dio leggeranno; e finchè non sappiano leggere si faranno leggere.

13. Egli tutto al contrario di noi, che tanto ci gonfiamo per pa

1 Dei Delitti e delle Penc. (E)

rere magniloquenti, pare che studi per appianarsi, e parere semplice. Ma a chi semplice ? ai superficiali estimatori certamente.

16.

parce et messoribus illis

qui saturant urbes circo scenæque vacantes.

17. Dicono che ha rappresentate cose troppo lontane, e mali che non possono ritornare. Poichè tutti danno consigli a Manzoni io direi che avesse rappresentato Renzo e Lucia perseguitati dalla Inquisizione: male che allora infieriva; che noi credevamo spento per sempre, e che ora tenta di risorgere. Potrei nominare paesi, frati, uomini, donne poco prima del 96 per libidine ec. La Spagna ec.

18. Le scienze naturali possono progredire senza che il popolo vi partecipi - Astronomia, Algebra, Fisica: le morali e politiche non possono; testimonio Giuseppe, Leopoldo, Canning.

19. Davia fuggito dalle carceri (per opinioni sugli angeli) incontrato da Carlo Caprara suo parente

20. Göthe opina che non è buon romanzo quello che ha un' intenzion morale

21. Persuadere al popolo che tutti i mali vengono dal governo il governo non può esser fatto buono che dalla opinion pubblica: la forza dell' opinione non è nei sapienti, che il governo disprezza e perseguita, ma nel popolo ch' egli teme e seconda. Non fu Ferdinando che abolì la tortura, ma l'opinione 14 anni prima di lui La tortura e l'Inquisizione risorte, perchè raffreddata l'opinione.

AL SIGNOR GIAMPIETRO VIEUSSEUX

DIRETTORE DEL GIORNALE ANTOLOGIA.

Firenze.... giugno 1825.

Caro Vieusseux. Il signor Giacomo Breganze Vicentino vuole che io vi avverta che il pittore Francesco Boldrini, il quale nell' Antologia (fascicolo d'Aprile) è detto Veronese, fu veramente per nascita e per origine da Vicenza: di che il signor Breganze è certissimo, come cittadino, e come stretto amico per 35 anni del Boldrini.

Saranno alcuni a' quali parrà più importante l'accertare quanto egli valesse nell'arte, che dove nascesse. Io vorrei che l'Italia abbondasse d' uomini de' quali potesse meritamente disputarsi la patria. Più vorrei che agl' Italiani divenisse veramente patria l'Italia; e a ciascuno paresse unicamente patria l' intera Italia. Intanto voi mi farete grazia di concedere al rigore della verità quel che io non ho potuto negare alle premure del signor Breganze. E vi saluto di cuore.

GALLERIA DI PARMA.

1825.

A&

Quali sono i suoi pensieri, signora Marchesa 1, quando ella vede nella real galleria di Dresda cinque dipinti del Correggio? Se debbo farne congettura dall' animo suo generoso, che ben conosco, ella si rattrista o anche si sdegna della vile avarizia che spogliò l' ltalia di tali ornamenti: avarizia non vile solamente ma iniqua; perchè aveva debito di custodia non diritto di proprietà chi privava (già sono ottant'anni) di cento quadri preziosi l'Italia, per avere 130mila Zecchini dalla Sassonia. Iniquità non iscusata da bisogni giusti o miserabili perchè si voleva denaro per giuocare: si voleva danaro per esser servitore in casa altrui, quando si poteva esser signore in casa propria. E se a lei l'esser nata fuori d'Italia, e venuta poi ad abitarne la parte meno infelice, non ha impedito di saper tutte le origini delle miserie italiane, qualvolta ella pone gli occhi sovra codeste pitture sarà costretta a ripensare quali calamità preparò da lontano ad una infelicissima porzione d'Italia l'animo avaro e servile di quel venditore. Le quali calamità si debbono detestare con tacito dolore; quando i crudeli tempi vorrebbero da noi italiani che fossimo non pur senza parole ma senza memoria. Meno triste considerazioni tengon me pensoso in questa nuova galleria di Parma; le quali oserebbero venire a lei sino a Dresda, se la sua tanta gentilezza lo comporta. E so bene che di quanti han fortuna di conoscerla niuno è che in presenza di lei non amasse piuttosto di tacersi, per ascoltar lei, o che suoni, o che parli ma quando ella è così lontana, ed altri pur vuole che di questa galleria nuova io dica qualche cosa; mi potrà essere perdonato se oso mandarne a

1 Maria Martellini di Firenze. (E)

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