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CAPITOLO XV.

GLI ULTIMI GIURISTI

CALLISTRATUS scrisse cinque opere nominate nell' Indice Fiorentino, cioè: de cognitionibus (sei libri); edictum monitorum (sei libri); Instituta (tre libri) e Quaestiones (due libri). È probabile che i libri de iure fisci venissero scritti sotto Severo; quelli de cognitionibus furono scritti sotto Severo e Caracalla (Fitting).

Il Digesto contiene 101 frammenti di Callistratus che occupano 15 pagine di Hommel. Essi vennero presi da tutte le opere, ma specialmente dai libri de cognitionibus (nove pagine di Hommel) e dalle Quaestiones. Alcuni dei frammenti più lunghi sono D. XIV, 2, 4; XXII, 5, 3; XXVII, 1, 17; XLVIII, 10, 15; 19, 28; XLIX, 14, 1-3; L. 6, 6 (5).

Il Bremer fondandosi sul fatto che Callistratus cita frequentemente le provincie, ha congetturato che egli scrivesse in una città Greca (Die Rechtslehrer p. 97 e segg).

ARRIUS MENANDER. Ulpianus (lib. XI, ad edict. D. IV, 4, 11, 2) ci dice che venne dispensato da una tutela, perchè nella sua qualità di consigliere era circa principem (probabilmente l'imperatore Severo) occupatus. L'Indice Fiorentino nomina una opera sua in un solo libro: de re militari. Nel Digesto trovansi 6 frammenti di Arrius Menander (XL, 12, 29; XLIX, 16, LL. 2, 4, 5, 6; 18, 1) che occupano due pagine di Hommel. Oltre ciò egli è citato da Macer in D. XXXVIII, 12, 1; XLVIII, 19, 14; XLIX, 16, 13, §§ 5, 6. L'opera venne probabilmente scritta sotto Severo e Caracalla.

MARCIANUS (Iust. IV, 3, 1, lo chiama Aelius Marcianus) è nominato nell'Indice Fiorentino come autore di 16 libri di Istituzioni, cinque libri di Regulae; due libri sugli Appelli; due sui Pubblica (i. e. processi criminali), ed un libro unico de delatoribus e sull'azione ipotecaria. Il Fitting crede che i Publica

venissero scritte sotto il regno di Caracalla, gli Appelli dopo la morte di Severo, e le altre opere dopo la morte di Caracalla. Nel D. XLVIII, 16, 1, trovasi un lungo frammento da un libro unico di Marcianus ad S. Consultum Turpilianum, che non è nominato nell' Indice Fiorentino. I frammenti di questo giureconsulto nel Digesto sono 283 ed occupano più di 36 pagine di Hommel in questa proporzione: 16 i frammenti delle Istituzioni, 6 circa per ciascuna le Regulae e l'Ipoteca. Le Istituzioni di Marcianus servirono anche a Triboniano per compilare le Giustinianee, e ciò risulta dal fatto che alcuni passi di esse sono uguali ai frammenti del Digesto. Le note di Marcianus all'opera di Papinianus de adulteriis sono per due volte date nel Digesto come frammenti a parte: D. XXIII, 2, 57 a; XLVIII, 5, 8.

I frammenti per la massima parte sono brevi; ma numerosi specialmente quelli presi dall'opera sull'Ipoteca, D. XX, e. g. 1. LL. 5, 13, 16; 4, L. 12; 6, L. 5, L. 8. Tra i frammenti più lunghi presi dalle altre opere sono: D. XXX, 114; XXXIX, 4, 16; XLVIII, 10, 1; 16, 1; 21, 3; XLIX, 14, 18; 22.

Ai tempi di Ant. Pio troviamo un Aelius Marcianus (donde forse il nome dato al nostro giureconsulto nelle Istituzioni) proconsole della Baetica D. 1, 6, 2 (chiamato Aurelius Marcianus nella Collat. III, 3, 1); anche nel D. IV, 2, 13, è nominato un Marcianus contemporaneo di M. Antonino; nel 223 d, C. (Cod. II, 12 (13), 6) e nel 228 (Cod. VII, 21, 4) e nel 239 (Cod. IV, 21, 4) troviamo dei rescritti indirizzati a Marcianus. Questi tre ultimi erano probabilmente indirizzati al giurista.

MACER (chiamato Aemilius Macer solo in tre passi del Digesto cioè: II, 15, 13; XXVIII, 1, 7; XXXV, 2, 68) è designato nell'Indice Fiorentino come autore di cinque opere di due volumi ciascuna. Esse sono: de re militari; publica iudicia; de officio presidis; ad legem vicensimam hereditatum; de appellationibus. Le prime quattro di queste opere possono ascriversi ai tempi di Caracalla; l'ultima appartiene a quelli di Alessandro Severo. I frammenti di Macer nel Digesto sono 65 ed occupano 10 pagine di Hommel. Essi sono per la massima parte presi dai publica iudicia e dall'opera de appellationibus. Tra i più lunghi sono D. XXXV, 2, 68; XLII, 1, 63; XLIX, 1, 4; 8, 1; L. 13; 16;

L. 12; L. 13. Il primo di questi frammenti è assai importante perchè contiene le norme romane per calcolare il valore delle rendite annuali (vedi Roby. A full Commentary on the usufruct p. 188-191).

FLORENTINUS scrisse, secondo l'Indice Fiorentino, 12 libri di Istituzioni. Quanto al tempo in cui visse, altro non sappiamo se non quanto ci è dato conoscere da un frammento nel quale egli cita una costituzione del Divo Pio (D. XLI, 1, 16). Nel Cod. III, 28, 8 e VI, 30, 2 si trovano delle costituzioni (223 d. C.) indirizzate ad un Florentinus; ma siccome nella seconda di queste egli viene chiamato miles, non v'ha alcun fondamento per identificarlo col nostro giureconsulto.

Dalle istituzioni di Florentinus vennero presi 42 frammenti che occupano 4 pagine di Hommel. Fra i più lunghi di questi sono D. XXIX, 1, 24 contenente un rescritto di Traiano; XXX, 116; XLVI, 4, 18 contenente la celebre formula immaginata da Gallus Aquilius. Alcuni frammenti di questo giureconsulto vennero usati anche nella compilazione delle Istituzioni Giustinianee.

IULIUS AQUILA, che nell' Indice Fiorentino è chiamato Gallus Aquila, forse per confusione con Aquilius Gallus, scrisse un libro di Responsa che fornì al Digesto due frammenti di 3 linee ciascuno (XXVI, 7, 34; 10, 12). Essi trattano assai probabilmente lo stesso caso e decidono che lo schiavo di un pupillo possa venire interrogato quando vi sieno dei sospetti sul curatore del pupillo. Su questo punto abbiamo anche un decreto di Severo (D. XXVII, 3, 1, 3) che alcuni dicono essere posteriore (Zimmern) altri anteriore (Rudorff) alla decisione di Aquila. Nell' Indice Fiorentino Aquila è posto fra Marcianus e Modestinus, ma l'Indice non è molto esatto in punto a cronologia. Plinio nella lista delle autorità per il secondo ed undicesimo libro fa menzione di un certo Iulius Aquila qui de Etrusca disciplina scripsit, ma questo è scrittore troppo antico per essere confuso col nostro giurista.

LICINNIUS RUFINUS scrisse, secondo l'Indice Fiorentino, 12 libri di Regole; ma nel Digesto, insieme ad altri 16 brevi frammenti di questo giureconsulto trovasi anche un frammento dal libro XIII di esse (XLII, 1, 34). Egli cita Julianus (D. XXIII, 2, 51)

e Gallus Aquilius D. XXVIII, 5, 75 (74). Un frammento dal libro XII delle Quaestiones di Paulus, nel quale si trova una questione che Rufinus propose insieme alla risposta di Paulus, determina l'epoca in cui egli visse. Il Fitting sostiene che l'imperatore Antonino citato in XXIV, 1, 41 è Ant. Pio; Rudorff e Mommsen (Z. R. G. IX, 102) invece sostengono essere Caracalla.

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HERENNIUS MODESTINUS fu scolaro od almeno caldo ammiratore di Ulpianus, al quale scrisse consultandolo dalla Dalmazia. Egli ebbe insieme ad altri l'incarico di educare Massimino il giovane (Capit. Max. 27) che venne ucciso nel 238 d. C. In una costituzione di Gordiano (Cod. III, 42, 5) del 239 d. C. si trova menzionato un responsum di Modestinus non contemnendae auctoritatis iurisconsultus' ed in una iscrizione (Corp. I. L, VI, p. 50. No. 266, Bruns p. 259) trovasi esposto un processo che venne deciso dai Praefecti Vigilum in Roma, fra i quali trovasi menzionato anche Herennius Modestinus. Questo processo cominciò nel 226 e finì nel 244 d. C. Anche Arcadius Charisius (D. L, 4, 18, 26) fa parola di Modestinus e conviene che il carattere di certe funzioni municipali era ut Herennius Modestinus et notando et disputando bene et optime ratione decrevit.

L'Indice Fiorentino nomina 15 opere di Modestinus, le principali delle quali sono: Responsa in 19 libri; Pandekton in 12 libri; Regulae in 12 libri; Differentiae in 9 libri; Excusationes in 6 libri; su le Pene in 4 libri. Le altre constano di un solo libro e trattano del matrimonio, della dote, dei testamenti, legati, fedecommessi, ed altri argomenti di un carattere meno definito. Secondo il Fitting, le Differentiae, il Pandekton e le Excusationes vennero scritte dopo la morte di Caracalla 218 d. C., le Regulae e le Pene (non calcolando gli ultimi libri) durante il regno di Caracalla. Le Excusationes (cioè ragioni per essere esonerato dai doveri di tutore) vennero scritte in Greco, ma con citazioni latine di giureconsulti e leggi Romane. Esse formano buona parte di un titolo del Digesto (XXVII, 1) e n'è conservato il principio (L, 1). Benchè nei Fram. Vat. si contenga un capitolo su questo argomento, pure Modestinus non è citato, forse perchè scrisse in Greco e l'opera doveva servire per l'Impero d'Occidente (Cf. Huschke Iur Antiq. p. 698).

Indipendentemente dal Digesto sono giunti fino a noi due brevi frammenti delle Regulae e Differentiae (Huschke 1. c. p. 626. Sul Dig. XLI, 1, 53 e 54 vedi sotto Q. Mucius).

I Frammenti di Modestinus nel Digesto sono 344 ed occupano 40 pagine di Hommel, delle quali 11 sono formate dai frammenti presi dai Responsa, 8 da quelli delle Excusationes; 61⁄2 da quelli delle Regulae, 5', da quelli del Pandekton, 3 1⁄2 da quelli delle Differentiae. Le opere di Modestinus vennero esaminate dal Comitato Edittale, ed i frammenti presi da esse si trovano generalmente insieme; solo i frammenti presi dall'opera (o dalle opere) di Ulpianus de excusationibus e de off. praet. tutel. si trovano intercalati con quelli presi dall'opera di Modestinus sullo stesso argomento.

ANTHUS O FURIUS ANTHIANUS, come lo chiama l'Indice Fiorentino (dove occupa l'antipenultimo posto), scrisse un'opera sull'Editto, una parte della quale, in 5 libri, venne esaminata dai Commissari di Giustiniano. Nel Digesto si trovano tre frammenti di quest' opera (D. II, 14, 62; IV, 4, 40; VI, 180), ma presi dal primo libro e posti tutti e tre in fine dei rispettivi titoli. Sull'epoca in cui venne scritta quest'opera nulla ci è noto.

RUTILIUS MAXIMUS è nominato nell'Indice Fiorentino come autore di un libro sulla legge Falcidia, e nel Digesto non vi è che un solo frammento di 4 linee preso dalle sue opere. Il Rudorff congettura che egli fosse quello stesso Maximus che trovasi citato in un rescritto imperiale nei Vat. Fr. § 113. Nell'Indice Fiorentino egli occupa il penultimo posto.

HERMOGENIANUS, l'ultimo nominato nell' Indice Fiorentino, scrisse un Iuris Epitomae in 6 libri. I frammenti di questo scrittore nel Digesto sono 107, per lo più brevi ed occupano 9 / pagine di Hommel. Fra i più lunghi per altro sono: D. XXXVII, 14, 21; XXXIX, 5, 33; XLIX, 14, 46; L. 4, 1 (Il frammento XXXVI, 1, 15 è dal Cuiacio e dal Mommsen attribuito ad Ulpianus). Comunemente si crede (Mommsen Vat. Frag. ed maior. p. 399; Fitting Z. G. R. XI, 450), basandosi sull'esame dei suoi frammenti che mostrano come egli conoscesse i cangiamenti fatti da Costantino (Cf. D. IV, 4, 17 con Cod. Theod. IX, 30, 16; ecc.), che scrivesse circa l'anno 339.

È dubbio se egli fosse l'autore del Codex Hermogenianus, che

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